Prefetture: incontro tra parlamentari e Ministro Madia
Riportiamo il comunicato dei parlamentari che hanno partecipato all'incontro con il Ministro Madia, per parlare del futuro delle Prefetture.
👤 Redazione ⌚ 3 Ottobre 2015 - 09:41 6 commentia-
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Prosegue l’interlocuzione tra i Parlamentari dei territori interessati alla possibile chiusura delle prefetture e il Governo. Si è svolto questa mattina, al ministero della Pubblica Amministrazione a Roma, un primo incontro tra una delegazione di deputati democratici, tra cui l'on. Enrico Borghi, e il ministro Marianna Madia.
“Siamo soddisfatti per l’attenzione che il ministro ha mostrato verso le nostre istanze – commentano i parlamentari in una nota congiunta – abbiamo chiesto che i provvedimenti che riguardano le prefetture abbiano come punto di riferimento non solo le linee guida del Viminale, ma anche i principi della riforma Madìa che abbiamo votato con convinzione e che va nel senso di una migliore organizzazione dell’amministrazione”.
Intanto il dialogo col Governo non si ferma qui. “Abbiamo concordato -precisa Borghi- assieme al ministro un nuovo incontro che, oltre alla Madia, veda protagonista anche il ministro Alfano, per valutare insieme una soluzione condivisa”.
Una riforma che poggi su due gambe quindi e non solo su quella della spending review. “C’è assoluta convergenza col ministro sulla necessità di una riorganizzazione della macchina amministrativa che garantisca efficienza e qualità – affermano ancora i parlamentari – tuttavia abbiamo chiesto che non sia smantellata la presenza dello Stato nei territori”.
"L'obiettivo -continua Borghi- è rendere concreto il principio contenuto nella riforma Madia, che prevede l'ufficio unico decentrato dello Stato in ogni realtà territoriale, riformando l'attuale sistema ottocentesco che lega alla presenza fisica del Prefetto ogni articolazione territoriale statale". Sono 23 le prefetture interessate dalla bozza di provvedimento del ministero dell’Interno. “Si tratta di una decisione che ricadrebbe su una popolazione di circa 5.400.000 persone, per questo riteniamo che non possa essere il risparmio il solo principio ispiratore di questi provvedimenti. Siamo convinti che si possano ricercare altre voci di risparmio mantenendo i presidi nei territori”. Leggi QUI il post completo