PsicoNews: Psicologia della politica
La figura del politico ha subito cambiamenti nel corso della storia, passando da una figura che esprimesse autorità a una figura differente, alla mano e “umana”.
👤 Dott.ssa Mara Rongo ⌚ 23 Settembre 2015 - 08:00 Commentaa-
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Durante convegni e attività meno istituzionali, mi è capitato spesso di osservare un politico in azione, ieri sera ad esempio, durante una manifestazione organizzata sull’Alzheimer, ho avuto nuovamente modo di osservare la capacità comunicativa e il linguaggio del corpo messo in atto in situazioni di massa, ecco che quindi ho cercato di capirne un po’ di più sull’argomento.
• Uno dei principi più utilizzati è quello della somiglianza:
Se vengo posto di fronte ad una scelta opterò per ciò che è più simile a me, perché rimanda ai miei valori, mi è più vicino e comprensibile, l’identificazione è più immediata e mi fido maggiormente. A volte, soprattutto durante le campagne politiche, è facile vedere pubblicate immagini di politici nel loro quotidiano, non solo perché siano esseri umani comuni, ma per una strategia di marketing elettorale, quindi eccoli con i loro cani, gatti, mangiare hamburger ecc.
• Altro fattore di propensione è la capacità di trasmettere competenza e sicurezza:
Puoi anche essere competente e serio, ma se non lo trasmetti le altre persone possono non coglierlo; ecco quindi che la gestualità entra in campo: l’uso del corpo durante i discorsi, con gesti di apertura, ma anche camminare e muoversi, per staccarsi dallo sfondo ed emergere; la mimica facciale, inclinazione della testa, che porta con sé un messaggio di disponibilità; l’abbigliamento, giacca e cravatta che ispirano serietà e fiducia (abbigliamenti differenti vengono usati per messaggi differenti) diventano fondamentali nell’inviare il messaggio; il comportamento tenuto con altre persone, il primo a compiere il gesto del tocco viene considerato più sicuro di sé e di conseguenza dominante sull’altro.
• Altro, importante fattore, è la capacità di emozionare:
Ricordiamo meglio quando al ricordo è associata un’emozione, quindi se il politico vuole farsi ricordare deve provocarci emozioni. Questo fattore è collegato molto al principio della somiglianza (di cui abbiamo parlato sopra) ma anche al mostrare emozioni per coinvolgere, scommetto che ricordiamo tutti le lacrime di una certa ministra.
Ci tengo a specificare che io di politica capisco poco purtroppo, ciò che mi interessa ha poco a che vedere con i contenuti ma esclusivamente con le modalità di comunicazione, anche perché è brutto da dire ma è stato dimostrato che le scelte di voto effettuate dagli elettori generalmente si basano sulla personalità, manifestata, dal politico e non sul suo programma. Una nuova branca della psicologia, definita Neuropolitica, studia come il nostro cervello sia influenzato da determinati fattori rispetto alle scelte politiche, ecco perchè durante le campagne elettorali alcuni politici si appoggiano a esperti del comportamento.
E voi? Avete mai pensato di utilizzare qualche tecnica per essere più comunicativi?
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