Rolla, Scalfi, Zanotti e il calcio verbanese
Riportiamo dal sito verbaniasettanta, un intervento a sei mani di Angelo Rolla, Nico Scalfi e Claudio Zanotti, sulle recenti vicissitudini del calcio verbanese.
👤 Redazione ⌚ 31 Luglio 2015 - 10:24 20 commentia-
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Dal sito:
verbaniasettanta.itSei anni fa veniva firmata la convenzione tra Giunta destro-leghista e Verbania Calcio che ha generato il caos odierno. Facendo tesoro della storia recente e remota della gestione del “Pedroli”, sarebbe forse utile affrontare il problema facendo la massima chiarezza sugli obiettivi che si intendono perseguire. Come? Da un lato, consentire l’utilizzo dell’impianto alle tre società che ne hanno fatto richiesta; dall’altro lato, costruire una convenzione di gestione del “Pedroli” che recuperi gli elementi virtuosi che per molti lustri hanno consentito di valorizzare lo stadio nell’interesse convergente della società sportiva e delle realtà associative della città.
L’affidamento della gestione e l’utilizzo sportivo dello stadio “Pedroli” di Intra stanno assumendo contorni surreali, con tre squadre (“Virtus Cusio”, Verbania Calcio”, “Interfarmaci”) che reclamano il diritto di utilizzare la struttura per le partite casalinghe dei prossimi campionati (Eccellenza, Promozione e 1° Categoria). Ma come sì è arrivati a questa ingarbugliata situazione?
Il punto di partenza si rintraccia nella delibera di Giunta del 6 agosto 2009, con cui l’Amministrazione destro-leghista insediata da appena un paio di mesi modificava sostanzialmente la Convenzione in essere tra il Comune e la società sportiva, di cui – allora come oggi – è patron (come scrivono i giornali) l’ex consigliere comunale leghista Enrico Montani: raddoppio della durata della convenzione (da tre a sei anni, cioè sino al 31 luglio 2015), aumento del 25% del contributo versato dal Comune alla società, monetizzazione degli utilizzi della struttura da parte di terzi, la sostanziale impossibilità di utilizzo dell’impianto per manifestazioni cittadine (Maratone Valle Intrasca, 24 per 1 ora).
Già allora il Centrosinistra e il Pd avevano preso duramente posizione contro questa soluzione, illustrandone dettagliatamente le ragioni.
Oggi, alla scadenza del sessennio di quella sciagurata convenzione, possiamo dire di essere stati facili e prudenti profeti; prudenti perchè nel dicembre del 2009 non potevano immaginare che di lì a breve ci sarebbe toccato di assistere alla tragicommedia del manto erboso naturale (uno dei più belli del Piemonte orientale) sradicato e sostituito da un manto “misto” (naturale e artificiale) che ad oggi non risulta ancora omologato!
Insomma, una storia che assomiglia a molte degli anni dei “cambiaverbania”. Fino al 2009 il Comune e il Verbania Calcio assicuravano alla città una gestione del “Pedroli” imperniata su alcuni indiscutibili punti di forza: un contributo equilibrato (53.000 €/anno) riconosciuto dall’Amministrazione alla Società, in cambio di una conduzione della struttura aperta ai bisogni della città, di una cura particolare del settore giovanile per favorire la pratica sportiva promozionale, educativa e sociale e non solo agonistica, di una manutenzione ordinaria attenta ed efficace. Oggi, alla scadenza della convenzione, si può dire altrettanto?
Il frutto avvelenato di questi sei anni lo stiamo pagando oggi. Facendo tesoro della storia recente (negativa) e remota (positiva) della gestione del “Pedroli”, sarebbe forse utile affrontare il problema indubbiamente spinoso e delicato facendo la massima chiarezza sugli obiettivi che si intendono perseguire.
Come? Da un lato, consentire (omologazione del campo permettendo) l’utilizzo dell’impianto alle tre società che ne hanno fatto richiesta, pur nella consapevolezza che i calendari di tre diverse categorie renderanno molto complicato (o addirittura impossibile) questo risultato; dall’altro lato, costruire una convenzione di gestione del “Pedroli” (che è cosa diversa dal mero utilizzo) che recuperi gli elementi virtuosi che per molti lustri hanno consentito di valorizzare lo stadio nell’interesse convergente delle società sportive e delle realtà associative della città.
La decisione assunta dalla Giunta in questi giorni (convenzione con la Virtus Verbania, già Virtus Cusio, per un solo anno; disponibilità a riconoscere un accordo fra le tre squadre per un utilizzo alternato della struttura) lascia aperta questa strada: c’è un anno di tempo per riconsiderare pacatamente l’intera questione e impostare una nuova convenzione che recuperi i contenuti e gli obiettivi della migliore stagione del calcio agonistico e giovanile della nostra città. Una stagione malauguratamente troncata nell’agosto del 2009.
Merita poi una riflessione conclusiva il destino del settore giovanile che fu del Verbania Calcio e che il tracollo della società ha trascinato con sé. Oggi esso prosegue con l’associazione Accademia, che riunisce le famiglie dei giovanissimi atleti ed ha avuto in concessione dal Comune i campi di Possaccio e Renco e un contributo economico. E’ un risultato significativo e importante, che salva la continuità della pratica sportiva ma che segnala un rilevante fattore di debolezza.
Viene cioè meno l’osmosi tra il settore giovanile e la prima squadra, che da sempre costituisce per un verso il punto di forza del vivaio di una società sportiva che investe nella formazione dei giovani per elevare la qualità del suo parco-giocatori, per un altro verso il luogo in cui puro divertimento, piacere della pratica sportiva e sana emulazione costituiscono il terreno di coltura di un percorso formativo/educativo di riconosciuto valore per i nostri ragazzi.
Nel conto delle perdite degli ultimi sei anni va messo anche questo aspetto. E non è certo il meno importante. Leggi QUI il post completo