Salviamo il Paesaggio Valdossola su inquinamento torrente Loana
Il comunicato fa seguito alla notizia del 6 luglio 2015 riguardo l'episodio di
inquinamento idrico, di moria di fauna ittica e di cementificazione avvenuto a danno del
torrente Loana nel comune di Malesco (Valle Vigezzo).
👤 Redazione ⌚ 22 Luglio 2015 - 19:50 Commentaa-
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Fino agli anni 2010, la Val Loana e la sua laterale Val del Basso rappresentavano un ingresso ideale al Parco Nazionale della Val Grande, essendo questi luoghi messaggeri di una straordinaria integralità naturalistica: la wilderness.
Erano apprezzati dai turisti italiani e stranieri perché si potevano cogliere sui sentieri di accesso all'area protetta tutti quei valori di ritorno della Natura promossi in questi anni dall'Ente Parco stesso.
Un percorso natura attrezzato con pannelli illustrativi, segnavia, ponti e altre strutture in legno, mappe con itinerari escursionisitici per tutte le doti, una campagna pubblicitaria mirata e battente, approdata a destinazione nel cuore degli escursionisti europei più sensibili.
Tutto questo con dei costi e con delle grandi aspettative, finalizzate ad un ritorno economico e culturale in beneficio dell'intera Valle Vigezzo. In altre parole, anche la politica locale era schierata verso lo sviluppo di un turismo eco-sostenibile di montagna che faccesse leva sulle "bellezze naturali" del posto.
Già nel giugno 2012 noi futuri referenti del comitato Salviamo il Paeaggio VALDOSSOLA avevamo puntato il dito contro i lavori di costruzione di una presa d'acqua con derivazione sul Torrente Loana e contro una nuova strada, cosidetta "agro-silvo- astorale", che da Patqueso raggiungeva l'Alpe Basso, il cui tracciato ricalcava pedissequamente il vecchio sentiero pedonale M10, distruggendolo per sempre.
Oggi, siamo a conoscenza di un ulteriore progetto viario, approvato nel maggio 2014 dalla giunta comunale di Santa Maria Maggiore che prevede la continuazione della strada agro-silvopastorale fino all'Alpe Erta, e da lì, chissà un domani, fino al rifugio CAI dell'Alpe al Cedo.
Un'altra recentissima pista, attualmente in uso a mezzi pesanti di cantiere che devono accedere alla costruzione di una nuova presa d'acqua per la realizzazione di una nuova centralina idroelettrica privata (quella posta sotto sequestro), si muove in direzione Fondi li Ghebbi sul versante orografico sinistro del torrente Loana, divorando il sentiero pedonale M14 + Sentiero Italia + GTA di accesso alla Val Loana.
Un itinerario escursionistico da percorrere a piedi con le scarpe da montagna, che parte da Malesco con evidente dispiego di specifica cartellonistica, realizzata sul progetto "Catasto del Sentieri" della Regione Piemonte - Club Alpino Italiano.
In località Crotte all'imbocco della Valle del Basso una centralina idroelettrica, realizzata con una struttura in cemento prefabbricato che nulla ha a che vedere con il paesaggio rurale tipico di montagna, è già in funzione, mentre un'altra è in fase di costruzione.
Il cantiere è stato posizionato proprio sul sentiero Natura del Parco Nazionale della Val Grande, impedendone addirittura l'accesso pedonale, se non scavalcando materiali edili, rifiuti e mezzi d'opera.
Inutile sottolineare quale grave danno ambientale ed economico si stia perpetrando nelle valli Loana e del Basso. Molti turisti, soprattutto stranieri alla ricerca di aree integre dal punto di vista naturalistico, vi riconoscevano un luogo di eccezionale valore e bellezza.
Sono essi stessi che oggi manifestano per primi il loro disappunto e le loro critiche negative, riassumibili in breve: "mai più in Valle Vigezzo". Non ci stancheremo mai di dire che il PAESAGGIO rappresenta l'elemento di primaria importanza per uno sviluppo armonico ed equilibrato del tanto decantato turismo eco-sostenibile, non solo dal punto di vista estetico ma anche economico.
Il paesaggio e i sentieri del Patrimonio Escursionistico Piemontese sono tutelati da leggi regionali, e il Piemonte investe ogni anno molte risorse per la loro valorizzazione. E' preoccupante constatare che serva la denuncia di un grave episodio di inquinamento d'acqua con moria di trote per attirare finalmente l'attenzione dell'opinione pubblica su queste incompatibilità.
La notizia ci da inoltre lo spunto per riflettere sulle decine e decine di progetti di nuove centraline idroelettriche, alcune già in costruzione, altre in fase di valutazione, presentate per l'approvazione agli organi competenti della provincia del VCO.
Citiamo ad esempio la centralina a coclea in progetto sulla lanca di Pozzomaglione di Oira di Crevoladossola, posta in area naturale di alto pregio paesaggistico, a ridosso dell'antica mulattiera del Gries (Sbrinz-route).
Altro esempio la presa d'acqua per una nuova centralina a Croveo di Baceno, posta a monte delle rinomate "Caldaie del Diavolo", per le quali sono recentemente state impegnate risorse per la valorizzazione e fruizione turistica.
Per queste opere verranno realizzate delle strade di accesso ai cantieri che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo agro-silvo-pastorale, semmai si prefigurano come "opere di compensazione" richieste dai Comuni alle imprese per il danno arrecato all'ambiente naturale.
Siamo sicuri che in Ossola si voglia perseguire lo sviluppo di un turismo eco-sostenibile? Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA terrà alta la guardia su tutti i progetti che danneggeranno le nostre bellezze naturali e storiche, patrimonio invidiabile ed indisponibile tramandatoci dai padri per i figli, risorsa incondizionata di benessere, in particolare di tutte quelle opere che verranno ancora realizzate a discapito della Rete Sentieristica Piemontese esistente, non mancando di adottare eventuali azioni legali si rendessero necessarie. Leggi QUI il post completo