Gli italiani lasciano in "mutande" gli svizzeri
"Rischiamo di restare tutti in mutande". È questo lo slogan, utilizzato dall'Udc, il principale partito elvetico, in occasione delle elezioni per il rinnovo dei poteri comunali, a Lugano, in programma il prossimo 14 aprile.
👤 WebMaster ⌚ 26 Marzo 2013 - 11:28 2 commentia-
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Pochi giorni fa è mancato il leader storico della Lega dei Ticinesi, Giuliano Bignasca, che su questo tipo di provocazioni ha costruito la sua carriera politica. Eppure ci risiamo nuovamente con l'Udc (Unione Democratica di Centro (Svizzera)) dopo gli italiani "ratti" che rubano il formaggio agli svizzeri, ora i frontalieri "lasciano" in mutande gli elvetici..
Dal sito
repubblica.it:
In mutande a causa dei lavoratori frontalieri italiani che, secondo l'Udc ed altri movimenti di destra, in particolare la Lega dei Ticinesi, stanno rubando il posto di lavoro agli svizzeri. Solo a Lugano, attualmente, negli uffici della piazza finanziaria, lavorano 8 mila frontalieri. Complessivamente, invece, nel resto del Canton Ticino, il loro numero è di oltre 56 mila. Si tratta di lavoratori provenienti, prevalentemente, dalle province di Como, Varese e Verbano Cusio Ossola.
Per Pierre Rusconi, deputato al Parlamento federale, a Berna, il vero deus ex-machina della campagna pubblicitaria è preoccupante proprio il fatto il fatto che "oggi, i frontalieri stiano, progressivamente, occupando posizioni nel terziario dove, finora, la prevalenza era data agli impiegati ticinesi". Questo perché, secondo, il politico Udc, i frontalieri "accettano retribuzioni che sono, sovente, del 40 per cento inferiori a quelle dei lavoratori indigeni". Anche se, con una verve diversa, la stessa questione è già stata sollevata dai sindacati, i quali accusano molte piccole e medie imprese italiane, insediatesi nel Canton Ticino, approfittando di agevolazioni fiscali, di praticare del dumping salariale.
Tornando ai luganesi in mutande di Rusconi e dell'Udc, è evidente che il partito, da sempre su posizioni anti Ue, quando non addirittura xenofobe, stia cercando di pescare nel torbido dello scontento di molti cittadini, contro gli stranieri che portano via il lavoro ai residenti. Eppure, di fronte all'obiezione circa il fatto che, senza frontalieri, mezza Svizzera si fermerebbe, Rusconi non ha molti argomenti. "Certo che lo sappiamo, non siamo mica ciechi", dice al domenicale Il Caffè. Per poi aggiungere che "se una volta li trovavamo, principalmente, nei settori disertati dai ticinesi, oggi sono entrati, massicciamente, nel terziario".
Insomma, i frontalieri andavano bene quando facevano i muratori o i camerieri, mentre disturbano, in giacca e cravatta, dietro una scrivania. Anche perché c'è il sospetto che, ad esempio se impiegati in banca o in una fiduciaria, possano trafugare segreti e rivenderli al fisco del loro paese. Quello che ha fatto, ad esempio, il francese Hervè Falciani, quando era impiegato alla Hsbc di Ginevra. Fatto sta che, con la sua campagna, l'Udc, insieme alla Lega dei Ticinesi, si è già, sin d'ora, aggiudicata un buon risultato alle prossime elezioni di Lugano. Non a case, nel 2010, con Balairatt, una campagna analoga, anche se con toni più offensivi, in quanto i frontalieri venivano dipinti come dei topi che rosicchiavano il formaggio svizzero, Pierre Rusconi riuscì a conquistarsi il seggio di deputato federale. Leggi QUI il post completo