Svizzera: vince il "sì" per i salari minimi

In una nota diramata domenica pomeriggio, il Consiglio di Stato "prende atto del risultato della votazione popolare, che esprime la preoccupazione della popolazione ticinese per la salute del mercato del lavoro indigeno". Votazione popolare accolta dai ticinesi con il 54%. (La partecipazione è stata del 43%)

  
a-
+
Votazione cantonale del 14 giugno: il bilancio del Governo Ticinese Bellinzona, 14 giugno 2015.

Nel corso di questo fine di settimana, i ticinesi sono stati chiamati alle urne per esprimersi su due oggetti di pertinenza cantonale. Il Consiglio di Stato, preso atto della volontà popolare espressa, stila un primo bilancio.

1. Iniziativa popolare costituzionale elaborata «Salviamo il lavoro in Ticino!»
Il Consiglio di Stato prende atto del risultato della votazione popolare, che esprime la preoccupazione della popolazione ticinese per la salute del mercato del lavoro indigeno.
Nel rispetto del voto popolare, ribadisce come l’attuazione dei nuovi dettami costituzionali non sarà semplice. Come già indicato dal rapporto di minoranza della Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio, l’applicazione concreta del nuovo testo costituzionale contiene degli aspetti problematici. Difficilmente potranno infatti essere fissati salari minimi differenziati per settore e l’ipotesi di un salario minimo unico contrasta con quanto espresso dalla nuova norma costituzionale.
Il Consiglio di Stato si augura che le misure proposte dall’iniziativa accolta contribuiscano effettivamente a un miglioramento della situazione del mercato del lavoro indigeno. Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Christian Vitta, Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, 091 / 814 32 35

2. Ecoincentivi (Modifica del 25 novembre 2014 della legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore del 9 febbraio 1977)
Il Consiglio di Stato prende atto del risultato del voto popolare sulla modifica della Legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore del 9 febbraio 1977.
Il progetto approvato dal Gran Consiglio e rifiutato dalla popolazione ticinese mirava a stimolare il miglioramento del parco veicoli del Cantone, per ridurre le emissioni inquinanti prodotte dal traffico stradale, incentivando la sostituzione dei veicoli più vecchi con modelli meno inquinanti. La proposta avrebbe inoltre permesso di finanziare misure di mobilità aziendale, con l’obiettivo di alleviare la situazione delle zone del Cantone che sono maggiormente penalizzate dal traffico pendolare.

Il Consiglio di Stato anticipa comunque che non rinuncerà a impegnarsi per migliorare la mobilità nel Cantone e a individuare con sollecitudine soluzioni per le situazioni maggiormente problematiche.
Leggi QUI il post completo