Comunicato del Comune sui vandalismi
Nelle ultime ore la polizia ha identificato il gruppo di writer da mesi imbratta i muri
del centro storico di Intra. Il Comune dirama un comunicato stampa con le dichiarzioni del sindaco Zacchera.
👤 WebMaster ⌚ 22 Settembre 2012 - 14:06 Commentaa-
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Edifici privati ma anche pubblici – la facciata e le saracinesche degli uffici di via Fratelli Cervi – sono stati a più riprese colpiti dai raid notturni compiuti da alcuni ignoti ragazzi, ora identificati e denunciati.
L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra le istituzioni, la polizia municipale e le forze dell’ordine, alle segnalazioni dei privati cittadini. «Ne abbiamo discusso spesso nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – spiega il sindaco di Verbania, Marco Zacchera –. I vandalismi sono reati che per il codice penale non hanno grande rilevanza, ma sulla città hanno impatto rilevante, soprattutto se ripetuti come accadeva da tempo a Intra. Il coordinamento tra le forze dell’ordine ha permesso di identificare gli autori, che mi auguro subiranno una severa punizione, che sia da esempio per tutti».
Nell’abbinare un nome e un volto ai writer intresi decisivo è stato l’impiego della videosorveglianza. «La polizia municipale ha collaborato fattivamente – aggiunge l’assessore alla Sicurezza, Gian Maria Vincenzi –. Grazie ai nostri filmati si è risaliti agli autori e se ne sono ricostruiti i movimenti. Ringrazio anche i cittadini per le puntuali segnalazioni ricevute, anch’esse utili. S’è lavorato per settimane in silenzio, ottenendo un risultato concreto. È la prova che, oltre agli appelli al senso civico che continuerò a fare, non siamo rimasti inerti di fronte agli atti vandalici».
Il primo cittadino di Verbania confida ora in una giusta punizione: «È indispensabile che i responsabili, oltre alle sanzioni del caso, ripaghino in prima persona i danni provocati, anche ai privati: bisogna togliere a questa gente il “divertimento” di imbrattare la città e questo caso deve servire da esempio per chi pensa di emularli».
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