Marcovicchio, sanità: "Quel 10% che vale una vita"

Riceviamo e pubblichiamo, una nota del Consigliere Provinciale, Matteo Marcovicchio, in seguito all'incontro di ieri a Villadossola sulla sanità provinciale, con il Presidente delle Regione Piemonte Sergio Chiamparino.

  
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Quel 10% che vale una vita

Dicono che, come a scuola, siamo rimandati a …settembre. Il futuro della nostra sanità, stando alle promesse della Regione, si deciderà dopo un tavolo tecnico e un progetto sperimentale.

Ci sarebbe molto da dire sull’incontro di ieri a Villadossola: sul metodo, sul merito, sulle cose dette negli ultimi mesi. Ma una cosa mi sento di richiamare, che parte da un dato e arriva alla considerazione opposta.

L’assessore Saitta ha spiegato che solo il 10% degli interventi del Dea sono codici rossi e che, di questi, sono il 7% portano a un ricovero. Per questo motivo – dice – dobbiamo ridurre quel 90% di codici bianchi o verdi.

Ha perfettamente ragione, chi può dire il contrario? Chi l’ha mai detto? Io però più che a quel 90% guardo a quell’altro 10%. Persone come me, come noi, che d’un tratto hanno un malore e rischiano di morire. Per loro c’è il 118, un’ambulanza e un viaggio verso un punto di cura. Dove stia quel punto di cura, che per inciso si chiama Dea, in questi casi fa la differenza, vale una vita.

È vero, siamo una provincia montana con un lago come sbarramento, mal strutturata, con strade tortuose e collegamenti difficili. Non possiamo farci niente, ma abbiamo anche noi il diritto di raggiungere il Dea in termini accettabili, prima che sia troppo tardi. Ce l’abbiamo se abitiamo a Cannobio o a Falmenta, ma anche a Macugnaga o Formazza.

È per questa ragione che servono due Dea nel Vco, due ospedali in cui si venga curati 24 ore su 24, dove si ricevano le cure dell’emergenza-urgenza per poi, se serve, andare altrove. Se non lo si capisce è inutile discuterne.

Possiamo parlare di progetti sperimentali, cure a domicilio, di tutto quello che vogliamo. Va benissimo. Ma non possiamo rinunciare all’emergenza-urgenza.

Non auguro a nessuno di essere in quel 10%, ma può accadere. Anzi: accade. E quando accade non è giusto dover sperare in qualche miracolo perché il Dea più vicino è un’ora di ambulanza. Se quello che dico è sbagliato qualcuno mi corregga. Se invece è giusto ma è più conveniente considerare quel 10% come un “effetto collaterale”, pazienza. Io non sono d’accordo.

Matteo Marcovicchio – Consigliere provinciale
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