Fronte Nazionale su sanità nel Vco
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato con l'analisi proposta dal Fronte Nazionale sulle problematiche Dea, emergenze, assistenza territoriale del VCO.
👤 Redazione ⌚ 17 Marzo 2015 - 09:02 4 commentia-
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Da alcuni mesi fa discutere l'intenzione della Regione Piemonte di sopprimere uno dei due DEA operanti in provincia al fine di contenere i costi della sanità Ospedaliera.
Tale decisione, che sarà formalizzata entro la fine del 2015, ha giustamente scatenato le proteste di tutti i Sindaci del Vco, sia pure con atteggamenti contrastanti. Verbania, assieme ai comuni del Sud della provincia e della valle Cannobina, ha assunto un atteggiamentro collaborativo con la Regione Piemonte che ritiene possibile ovviare alla soppressione di un Dea (ultimamente, secondo indiscrezioni, Domodossola) attraverso un “riassetto della Medicina territoriale che abbia particolare riguardo per il sistema emergenze e con riferimento alla continuità assistenziale, alla riabilitazione, alla non autosufficienza”.
Il Sindaco di Verbania sosterrebbe tale progetto con l'istituzione di alcune “Case della Salute” da istituire in punti strategici della provincia sull'esempio del Centro Medico Polifunzionale di Cannobio. Posizione molto più radicale quella dei Sindaci dell'Ossola che si oppongono alla eventuale chiusura del DEA di Domodossola, minacciando iniziative politiche molto forti sino alle possibili dimissioni in massa dalle cariche Istituzionali.
Il Fronte Nazionale di Verbania, libero da condizionamenti politici e quindi in grado di esprimere un giudizio imparziale sulla vicenda, intende illustrare in modo chiaro una propria proposta attraverso un'analisi obiettiva e comprensibile soprattutto all'intera popolazione della nostra Provincia.
Non è più il momento di redigere sulla carta progetti roboanti e ricchi di verbosità sulla sanità territoriale, progetti tanto faraonici quanto inutili ai fini dell'emergenza e, obiettivamente, economicamente insostenibili.
E' giunto invece il momento di analizzare con chiarezza i bisogni della popolazione in virtù della tipologia territoriale e demografica del VCO. E' giunto il momento di proporre un programma serio di risposte alle richieste di sanità senza perdere d'occhio il “problema emergenze” che è il primo obiettivo da perseguire. Considerato che il fine da raggiungere è un sostenibile equilibrio economico tra sanità ospedaliera e sanità del territorio, cominciamo subito col dire che le due questioni sono a nostro parere indipendenti, pur dovendo essere coordinate tra loro.
Tre sono infatti le aree operative in materia sanitaria:
1- Assistenza ospedaliera che comprende: grandi emergenze risolvibili in ambito di ricovero, cure mediche e chirurgiche per patologie non risolvibili in ambito territoriale,
percorsi diagnostici a tecnologia avanzata, reparti riabilitativi, lungodegenza.
2- Assistenza territoriale: rete del Soccorso di emergenza gestito attualmente dal 118, assistenza medica di base (medici di famiglia, pediatri e continuità assistenziale) che, coadiuvata da ADI, Servizio Infermieristico domiciliare, Servizio di cure Palliative, Igiene e Prevenzione ed Operatori socio sanitari, garantisce risposte all'enorme
richiesta di salute che proviene dal territorio e svolge l'indispensabile funzione di filtro rispetto agli accessiospedalieri.
3- Rete amministrativa e organizzativa distrettuale di supporto negli ambiti Ospedalieri e Distrettuali.
Tralasciando volutamente l'aspetto organizzativo del punto 3, che i politici devono comunque razionalizzare sotto l'aspetto economico, vediamo quali sono state negli anni le criticità emerse sia operativamente che economicamente nell'assistenza ospedaliera e territoriale, tali da indurre la Regione Piemonte a strategie restrittive che datano ormai dagli anni Duemila.
Prima dell'avvento delle USL e delle ASL vi era una maggiore demarcazione tra attività territoriali e ospedaliere. Nel Vco funzionavano tre ospedali (Verbania, Omegna, Domodossola) e sul territorio, oltre alla rete dei Medici Condotti, operavano i medici convenzionati con le Mutue.
Tra queste l'INAM, tra tutte, aveva creato una rete di poliambulatori diagnostici e specialistici sul territorio (le cosiddette Sezioni Territoriali, oggi sedi dei Distretti) cui afferivano i pazienti per Visite Specialistiche e accertamenti diagnostici. Una supervigilanza di controllo veniva garantita dagli Uffici del Medico Provinciale.
Le urgenze sul territorio, compatibilmente coi mezzi a disposizione per i tempi, venivano gestite dai medici condotti e convenzionati, con l'ausilio delle Croci di Soccorso. L'ospedale era la soluzione finale per i casi di competenza.
Poi, gradualmente, nella convinzione di una migliore organizzazione e razionalizzazione della spesa, tale impostazione organizzativa venne smantellata e rivoluzionata. La riforma Sanitaria del 1979 accorpò le mutue, si centralizzarono presso gli Ospedali gli ambulatori polispecialisti e nacquero i DEA i quali, lungi dallo svolgere prevalentemente la fuzione di primo soccorso e ricovero, hanno dovuto nel tempo dare risposte anche a richieste squisitamente ambulatoriali.
A tal punto che che ci si è dovuti inventare i Codici Bianchi, Verdi, Gialli e Rossi per lo smistamento degli interventi sanitari. Questo ha portato ad uno snaturamento delle funzioni, mettendo in seria difficoltà gli operatori sanitari per le enormi richeste che i DEA hanno dovuto sopportare sia in termini di carico di lavoro, sia sotto l'aspetto economico, dovendo sopportare i costi di prestazioni non pertinenti.
Poi nel 2004 la ristrutturazione della rete ospedaliera del VCO che avrebbe dovuto garantire una razionalizzazione della spesa ospedaliera e che innescò il conflitto tra i comuni del Verbano e quelli dell'Ossola. Prima la contesa sulla localizzazione di un possibile ospedale unico (Piano Ares) e successivamente sulla localizzazione dei reparti ospedalieri.
Trasformato il Nosocomio di Omegna in COQ (Centro Ortopedico di Quadrante) si optò per L'ospedale Unico Plurisede del Vco, individuando in Domodossola i reparti prevalentemente chirurgici e a Verbania quelli medici ed oncologici.
Furono però lasciati operativi i due DEA. Fu già questa una scelta dolorosa che le popolazioni del VCO hanno col tempo digerito, adeguandosi ai disagi di reparti scomodi da raggiungere, ma nel contempo sentendosi rassicurati per la garanzia delle emergenze nei due poli.
Ora la Regione riapre la questione della sostenibilità economica proponendo la soppressione di un DEA, senza peraltro quantificare i risparmi, e prospettando in alternativa una ristrutturazione della medicina territoriale che non vediamo come possa surrogare lo smantellamento dei servizi di emergenza ospedaliera.
Se non si parte da questa analisi e da queste considerazioni non si potrà oggi dare risposte sostenibli ai bisogni di sanità.
E' indispensabile ritornare ad una demarcazione delle funzioni ospedale – territorio, sia pure integrate, avendo però ben presente che il il Sistema Emergenze è un obiettivo irrinunciabile che non può pagare i costi operativi del risparmio economico.
L'operatività nel campo delle Emergenze assume un carattere di priorità soprattutto in territori come il VCO con caratteristiche montane a popolazione sparsa.
Sbaglia dunque la Regione quando pensa e propone la soppressione di un DEA (Domodossola o Verbania poco importa) avanzando necessità di risparmio economico. E sbaglia quando pensa che la creazione di centri per la medicina di prossimità (Case della Salute o quant'altro) possa essere una soluzione e surrogare la mancanza di un DEA.
Sulla base di questa inconfutabile considerazione, il Fronte Nazionale del Vco ritiene necessario rendere pubblica la propria posizione con un'analisi propositiva, convinti che la Regione non ne terrà conto, ma altrettanto determinati ad offrire il nostro sostegno politico a tutti i Sindaci e agli abitanti dell'intera Provincia.
LA PROPOSTA DEL FRONTE NAZIONALE SULLA SANITA' NEL VCO
1- Non essendo attuabili al momento alternative all'Ospedale Plurisede tale soluzione va confermata con la prevalenza chirurgica a Domodossola e quella medica a Verbania.
2- E' irrinunciabile il mantenimento di adeguate strutture di Emergenza sia a Domodossola sia a Verbania. Questo si garantisce mantenendo in entrambi gli ospedali i DEA con l'Astanteria e le dotazioni di Posti di Rianimazione, Unità Coronarica, Chirurgia Ortopedica e Chirurgica generale.
3- Per superare il problema dei cosidetti “codici Bianchi e Verdi”, causa di malfunzionalità e di elevato carico economico per i DEA, si suggerisce l'allestimento presso gli Ospedali di Ambulatori di pronta accoglienza affidati a tutti i medici di medicina generale che operino secondo turni, prendendo in carico codici Bianchi e Verdi e svolgendo le funzioni di Triage, ora affidate al servizio infermieristico.
4- Emergenza sul territorio: Servizio delicato attualmente affidato solo al 118 con ambulanze medicalizzate e non. Dallo studio statistico delle chiamate e dei tempi di percorrenza va individuato un numero adeguato di mezzi e di operatori sanitari.
Va però risolto il problema dell'approccio dei medici del territorio (mmg e continuità assistenziale) con casi clinici di massima urgenza (codici rossi con pericolo di vita e codici gialli con possibile evoluzione in pericolo di vita) quando si è in attesa del soccorso mobile medicalizzato.
A tutt'oggi mancano protocolli farmacologici univoci e spesso il medico può trovarsi nella situazione di optare per una strategia difensiva di attesa piuttosto che intervenire.
E' dunque opportuno redigere tali protocolli, individuare tipologie di farmaci e strumentazione minima adeguata con kit di intervento uguali per i medici del territorio. Contemporaneamente provvedere a corsi di aggiornamento per la medicina di emergenza.
Opportuno inoltre mgliorare la rete di telemedicina e di reperimento dei defibrillatori, affidandone la custodia in sedi di facile reperibilità h24 presso strutture pubbliche. Una soluzione potrebbe essere la collaborazione con stazioni di Polizia e Carabinieri.
5- Un'osservazione infine sulla proposta regionale di surrogare la soppressione di un DEA con un progetto sul sistema di emergenza strettamente connesso alla medicina territoriale. Se il progetto si riferisce unicamente ad una riqualificazione della operatività dei medici, così come da noi proposto al punto 4, non possiamo non essere d'accordo. Se invece come sospettiamo si pensa di sostituire un DEA con “centri medici di prossimità” riteniamo tale proposta inpercorribile, costosa e priva di efficacia a tale fine. Al paziente critico va garantito un solo passaggio sino all'ospedale adeguato. Ben vengano miglioramenti della medicina territoriale ma non perdiamo di vista la priorità della gestione delle Emergenze.
Per concludere, proponiamo tale analisi all'attenzione dell'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, dei sindaci del Vco, dei Medici e di quanti hanno a cuore il miglioramento della Sanità nella nostra Provincia. Comprendiamo le reazioni dei Sindaci Ossolani basate su serie motivazioni dettate dalla preoccupazione di perdere il DEA e dequalificare il loro ospedale.
Meno ci persuade il loro atteggiamento che parrebbe accettare la soppressione di un DEA purchè l'unico resti a Domodossola. All'inverso non ci convince l'atteggiamento dei Sindaci del Cusio e del Verbano che pare si appiattiscano su proposte Regionali che cozzano con la logica.
Questa battaglia o la si combatte tutti assieme, sostenendo le ragioni di tutti, o si è destinati a perderla.
Verbania 14 Marzo 2015
I consiglieri comunali del Fronte Nazionale Verbania
Giorgio Tigano
Sara Bignardi Leggi QUI il post completo