Teatro Locarno: Michele Placido con il ReLear

Michele Placido porta in scena, le sere di martedì 2 e mercoledì 3 dicembre al Teatro di Locarno, “Re Lear” una delle tragedie più intense di Shakespeare.

  
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L’opera mette alla prova il talento di un attore come Michele Placido, che ha raggiunto, dopo i successi in teatro e sul grande e piccolo schermo, la piena affermazione artistica. Il 3 dicembre Michele Placido e gli interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico alle 18 alla Biblioteca Cantonale di Palazzo Morettini.

“Re Lear” è una tragedia in cinque atti scritta nel 1605-1606 da William Shakespeare. Comincia con la decisione di re Lear di abdicare e dividere il suo regno fra le tre figlie Goneril, Regan e Cordelia.

Le prime due già sposate, Cordelia con molti pretendenti, in parte perché la preferita dal padre. Re Lear propone una gara: ogni figlia riceverà una parte del regno proporzionale all'amore che a parole avrà saputo dimostrare a lui.

Delle tre, solo Cordelia rifiuta l'adulazione, convinta che i veri sentimenti siano immiseriti da una prosternazione a proprio vantaggio. Sdegnato, re Lear, divide i suoi territori fra Goneril e Regan, mettendo al bando Cordelia.

Dopo aver abdicato Re Lear scopre che l’unica persona sincera era Cordelia, che le sue sorelle hanno agito per interesse e lo cacciano. Da qui un susseguirsi di tragiche battaglie, parricide e fratricide, le cui ultime parole sono: “Diciamo quello che sentiamo, non quello che conviene” Il capolavoro di Shakespeare è stato adattato e personalizzato da Michele Placido che, insieme a Francesco Manetti ne è regista, offrendoci una versione peculiare del personaggio conosciuto sul palcoscenico o sullo schermo.

Placido è un re Lear in ciabatte, pigiama rosso che gli cade lasciandolo in mutande, un re stralunato e asciutto, elegante, con una chioma bianca bellissima, giovane nella sua ricerca di sopravvivenza e nel suo assordante dolore di padre di una prole ingrata. Quasi a dire che chi ha fede nella procreazione, lo faccia gratuitamente, generosamente, senza attendere riscontro alcuno.

Gli attori, tutti molto bravi, si muovono su una scenografia impressionista ed efficace, pennellate di colori cupi, accenni di rovine, Bella la colonna sonora, con alcuni passaggi nello stile dei rapper. Un Re Lear elisabettiano condito con elementi pop. Contaminazione di antico e moderno che, nella lunga tournée nei principali teatri italiani, ha conquistato il gusto degli spettatori più giovani.
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