Gioco d'azzardo all'italiana
Escalation di incassi e ludopatie tra decreto Balduzzi e 1.000 nuove apertura, con le ultime licenze concesse dal Governo.
👤 WebMaster ⌚ 22 Febbraio 2013 - 15:01 Commentaa-
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Il percorso che ha avviato la deregolamentazione del gioco d’azzardo nel nostro paese ha origini ormai più di un decennio addietro. Era, difatti, il 1992 quando il governo a quel momento in carica cominciò a legalizzare il gioco d’azzardo per porre rimedio alla crisi economica, l’ennesima si potrebbe dire, che affliggeva l’Italia.
Una legalizzazione che due anni dopo, nonostante ciò, non portava nelle casse dello stato che 6,5 miliardi di lire con all’attivo tre solo agenzie a gestire il volume d’affari: Lottomatica, Sisal e Snai. Il mercato è però cresciuto molto rapidamente a seguito della legge Bersani-Visco del 2006, che concesse alle agenzie straniere di partecipare liberamente del mercato italiano, e del provvedimento promosso da Silvio Berlusconi nell’agosto nel 2011, occasione in cui fu liberalizzato il gioco d’azzardo online.
Eccoci dunque giunti al 2012, un anno da record per il settore online, che ha condotto notevoli ingressi per le casse dello stato, con un incremento del 17% rispetto al 2011, per una spesa che alle tasche degli italiani è costata una cifra pari a 507 milioni di euro. Le giocate sono addirittura aumentate del 450%, un giro d’affari che riguarda il 4% del Pil del nostro Paese, all’incirca 80 miliardi di euro.
L’Italia sale così al secondo posto in Europa, seguendo solo l’Inghilterra nella classifica dei paesi dove si gioca più d’azzardo. Certo la fortuna di cui il gioco sta godendo non è un fenomeno solo italiano, in un momento di crisi come questo, il gratta&vinci e lotterie sembrano essere diventate la risposta per portare a casa i soldi per una bolletta o per un’improvvisa emergenza familiare, senza tenere conto che la percentuale dei vincitori è bassa rispetto a coloro che giocano.
Le statistiche parlano chiaro, a giocare sono soprattutto le classi disagiate, o i nuovi poveri. Non solo quindi le città del Sud, ma i cittadini di quelle città del Nord, che prime ricche per la presenza di grandi aziende, si ritrovano ora in cassa integrazione, o senza lavoro, e non riescono a far fronte alle spese quotidiane.
Una giocata per investire un euro al gratta&vinci e poi si finisce con giocarsi tutta la pensione, vedendosi costretta a derubare ad un’amica. È successo veramente, ad un’anziana signora che ha sottratto dal portafogli di una cara amica 150 euro in una tabaccheria d’Ancona. E che dire poi della donna che, poco più di dieci giorni fa, ha ucciso la madre a Piacenza?
L’anziana novantenne negava alla figlia gli ennesimi soldi per giocare al videopoker, per il quale aveva sviluppato una dipendenza. Proprio “dipendenza” è la parola che fa paura e nessuno vuole pronunciare, perché i soldi del gioco d’azzardo fanno comodo, lo si comprende benissimo, in un paese in grande difficoltà, ma c’è da chiedersi se ne valga veramente la candela. Non solo la legalizzazione del gioco d’azzardo non ha ridotto la presenza nel settore della criminalità organizzata, ora infiltrata anche in attività legali attraverso le quali ricicla denaro sporco, ma ha incrementato i casi di ludopatia, e il malessere sociale.
Il problema (come tanti altri che riguardano i diritti civili, o l’innovazione, e le strategie che si intendono mettere in campo per salvare il paese dalla difficile situazione odierna, altissimo il tasso di disoccupazione giovanile in Italia) non è stato assolutamente toccato in questa campagna elettorale, e addirittura
a Verbania è stato multato il sindaco che aveva vietato l’apertura delle agenzie di scommesse la mattina, così da evitare l’affluenza degli studenti.Circa un milione e mezzo di euro, secondo il Tar, da versare all’azienda che gli ha fatto causa. Allarmante questo stato di cose, considerando, nel caso specifico dei giovani, che le ultime statistiche che riguardano per esempio la Liguria indicano che almeno 4 ragazzi su 10, tra i 10 e i 19 anni, ha giocato almeno una volta d’azzardo.
Ce la farà il solo decreto Balduzzi a risolvere il problema? Intanto uno degli ultimi provvedimenti del governo Monti è stato concedere ulteriori 1000 licenze, perché di agenzie di scommesse ce ne sono troppo poche nelle nostre città.
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