Stresa Festival 2024: omaggio a Ezio Bosso

Un amico: omaggio al mondo della musica di Ezio Bosso con Mario Brunello e Maria Semeraro e le coreografie di Virgilio Sieni sabato 24 agosto.

  
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Un incontro tra musica e danza nel ricordo di Ezio Bosso e una serata pianistica dedicata a Chopin contrassegnano il secondo weekend della 63esima edizione di Stresa Festival. Si intitola Un Amico: omaggio al mondo della musica di Ezio Bosso il concerto spettacolo che sabato 24 agosto alla Stresa Festival Hall (Palazzo dei Congressi, ore 20) vedrà in scena il violoncellista Mario Brunello, Direttore Artistico di Stresa Festiva, con la pianista Maria Semeraro e cinque danzatori della compagnia di Virgilio Sieni, che ha curato le coreografie. Rappresentato con successo nelle scorse settimane nell’ambito del Ravenna Festival e di OperaEstate a Bassano del Grappa, coproduttori insieme a Stresa Festival, Un Amico riannoda le fila di influenze musicali che hanno segnato la vita artistica del compositore torinese, iniziando con la famosissima Fratres di Arvo Pärt, per passare attraverso alcune pagine di John Cage (Six Melodies), Bach (le Corali BWV 617 e BWV 641) e Messiaen (“Lode all’eternità di Gesù” da Quatuor pour la Fin du Temps), per finire con “The Roots” Sonata n. 1, composizione dello stesso Ezio Bosso scritta appositamente per il violoncello di Brunello.

Così il musicista di Castelfranco Veneto ricorda l’amico scomparso prematuramente nel 2020: «Ezio è stato un amico che mi ha lasciato un segno profondo. Una amicizia in cui la musica è stato il motivo di inizio, ma anche di fine, del nostro rapporto. A un certo punto la musica è come impazzita, ha iniziato a parlare una lingua sconosciuta ad ambedue, si è vestita di oro e brillantini e ha cominciato ad ammaliare, a cantare come le sirene, a suonare vorticosamente passando sopra tutto e tutti. Immancabilmente la parte debole esteriore ha avuto gioco facile, scontato. Ci siamo scontrati, divisi e ognuno per la sua strada. A distanza di dieci anni la Sonata “Roots”, del 2014 che Ezio ha scritto per me, mi manda un richiamo e penso quindi sia il momento di ritentare di farla sentire per quello che è, o per lo meno quello che io sento che è, con radici in Bach, Cage, Messiaen, Pärt. Quella di Ezio è una musica pura, onesta, costruita con poche note, ma con un potenziale espressivo nascosto, una carica esplosiva incontenibile, che anche un semplice fiore a pochi petali può avere».

Per Virgilio Sieni, «Il danzare le musiche che hanno compenetrato il legame tra Mario e Ezio restituisce il senso dell’amore, talmente potente da far pensare al corpo come luce. Ecco allora che la danza subentra come gesto estremo, come forma d’amore che si crea dal sentirsi in vita. Le danze – duetti, quartetti, assoli – si tramandano la qualità tattile di uno spazio pensato come una spirale, un vortice appunto che, nascendo ogni volta dai dettagli del movimento, si unisce al tutto e viceversa. La natura animale di un corpo sensibile penso che attragga la luce, o meglio, assorbe alcuni bagliori che con chiaroveggenza si fanno largo nel tempo per depositarsi negli strati del gesto per riconoscersi nel grumo vorticoso dell’energia, con silenzio, con respiro, con musica». Leggi QUI il post completo