"Ossola 2030": agroalimentare decisivo per lo sviluppo
"Ossola 2030": agroalimentare decisivo per lo sviluppo della valle. Intervento di coldiretti sabato 13 al convegno di Vogogna, con l'intervento dell'on. Enrico Borghi.
👤 Redazione ⌚ 16 Settembre 2014 - 10:53 Commentaa-
+
“Anche alla luce della recente costituzione dell’Unione Montana delle Valli dell’Ossola, il rilancio dell’agricoltura ossolana è strategica per proiettare il territori verso nuovi traguardi sul profilo socioeconomico, oltrechè turistico e occupazionale.
Occorre riconoscere e sostenere la forte identità dell’agroalimentare, creando reti e sinergie in modo che la crescita sia costante e condivisa Una crescita che, per forza di cose, passa dalla semplificazione amministrativa per le imprese stesse e dal riconoscimento del ruolo delle imprese agricole come strumento di governo e presidio del territorio”.
Lo ha detto Gian Carlo Ramella, direttore della Coldiretti interprovinciale, sabato mattina a Vogogna, intervenendo al convegno ‘Ossola 2030’ promosso tra le mura dell’antico castello.
Qui l’onorevole Enrico Borghi ha presentato il progetto ‘Ossola 2030’, confrontandosi con i relatori della giornata, dal presidente dell’unione montana delle valli dell’Ossola ai sindaci di Ornavasso, Druogno e Premosello.
Nei giorni scorsi si sono costituiti a Domodossola i tavoli di lavoro per la costruzione del progetto che guideranno sia il lavoro politico-amministrativo della nuova giunta dell'Unione varata venerdì 12 settembre, sia il percorso di candidatura delle Valli Ossolane nel programma "Aree Interne" promosso dal Ministero dell'Economia, dipartimento coesione territoriale. Altro argomento di primo piano è la garanzia dei servizi alle popolazioni ossolane, sanità in primis, essenziali per mantenere e incentivare la presenza sul territorio.
Si è parlato di incentivare l’Ossola come ‘meta’ e non come semplice ‘corridoio di transito’. E ciò si può fare con elementi di attrattiva economica e turistica che partono essenzialmente dal legame fra territorio, agricoltura ed enogastronomia.
“Il paragone con alcuni modelli territoriali, come la lombarda Valtellina viene da sé: un’area lombarda che ha diversi elementi di paragone con l’Ossola, dalla presenza dei vini nebbiolo a quella di un’agricoltura di montagna che coniuga presidio del territorio a produzioni strettamente legate: farine, salumi fortemente tipici, formaggi, mele, patate, ecc.
Dal punto di vista infrastrutturale, l’Ossola è meglio connessa sia con la Svizzera sia con l’area milanese, sia attraverso la rete viaria che quella ferroviaria.
Insomma, secondo il direttore Ramella “occorre fare sistema, valorizzare il ruolo delle imprese agricole e creare rete con il turismo e le filiere economiche, dal campo, alla trasformazione, alla ristorazione. Lo si sta facendo con il vino ossolano, si è partiti con molte difficoltà con la farina di Beura, ancora molto resta da fare su altre filiere come ad esempio quella del pane di segale. Molto spesso sono le imprese a muoversi in maniera autonoma.
Prodotti che vanno fortemente connessi a un ‘marchio territoriale’ che li renda rintracciabili e identitari, e sui quali va rafforzata la promozione e la comunicazione.
E’ necessario che il progetto ‘Ossola 2013’ interpelli con assiduità l’agricoltura, la sostenga nel fare rete, colga il fatto che l’agroalimentare è la chiave per creare opportunità concrete sotto il profilo turistico, economico e, non ultimo, occupazionale. Come sempre, da parte di Coldiretti c’è la più ampia disponibilità al confronto e, in merito, non mancheremo di avanzare concrete proposte di lavoro comune”.
Leggi QUI il post completo