Unione Industriale VCO: Quarto trimestre critico
Quarto trimestre 2023: imprese del VCO un po’ meno ottimiste. In calo gli indicatori sulla produzione e gli ordinativi, cassa integrazione prevista in aumento. In tutto il Piemonte il clima di fiducia si attenua.
👤 Redazione ⌚ 10 Ottobre 2023 - 15:03 Commentaa-
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Unione Industriale VCO, alla vigilia dell’ultimo trimestre dell’anno, ha tastato il polso delle sue aziende associate per arrivare a delineare lo scenario atteso da qui a fine 2023: la rilevazione condotta ha rivelato che le imprese hanno perso un po’ di ottimismo rispetto ai mesi precedenti.
Occupazione: gli indicatori tengono, 8 aziende su 10 dichiarano di voler mantenere inalterato il proprio livello occupazionale, segno di una stabilità comunque garantita. Cresce invece la previsione di ricorso alla cassa integrazione guadagni, che sale dal 9,7% del trimestre luglio-settembre al 31,4% di ottobre-dicembre.
In calo il valore relativo alla produzione industriale anche se, per 2 aziende su 3, la produzione si manterrà sui livelli dello scorso trimestre, mentre l’11,4% ne prevede un aumento.
Ordinativi totali ed export: pressoché stabili i primi, negativi i secondi. Nonostante ciò, per 6 aziende su 10, il livello di esportazioni si manterrà pari a quello del terzo trimestre 2023.
Per quanto concerne le materie prime, l’energia, la logistica e i trasporti, circa il 60% delle aziende pensa che il loro prezzo rimarrà costante rispetto al trimestre precedente; quasi il 40% delle imprese invece ne prevede un aumento, soprattutto dei costi di energia e logistica.
Torna a diminuire il dato relativo alla redditività delle aziende intervistate: l’8,6% delle aziende prevede un miglioramento della propria situazione reddituale, che invece resterà invariata per circa il 75% degli interpellati.
Quanto alla propensione a investire da parte delle aziende dell’Unione Industriale del VCO, assistiamo a un lieve miglioramento della situazione registrata nella scorsa rilevazione: circa il 63% delle aziende intervistate (erano il 61% nel terzo trimestre) dichiara di prevedere investimenti per il quarto trimestre, che il 14,3% giudica addirittura “significativi”.
“La nostra rilevazione mette in evidenza che le aziende hanno perso un po’ di entusiasmo, ma la situazione non è preoccupante – ha affermato il Presidente di Unione Industriale VCO Michele Setaro.- Inizia l’ultimo trimestre di un anno impegnativo ma complessivamente positivo per le imprese e per il territorio. Ovviamente l’inflazione elevata e il continuo aumento dei tassi volto a determinarne la diminuzione rappresentano un freno alla crescita e allo sviluppo, si spera che questa criticità possa essere superata nel corso dei prossimi mesi e che, nel breve, non inneschi una fase recessiva.
Andrà tenuto monitorato il dato sull’export, che nella nostra recente rilevazione non è molto positivo: in Italia l’economia si basa molto sulle esportazioni e quando rallenta il commercio mondiale, ne risentiamo in maniera importante. Al momento però, la maggioranza delle aziende del VCO pensa che il livello delle loro esportazioni si manterrà pari a quello del terzo trimestre, speriamo sia così. Più in generale, le nostre imprese stanno reagendo con fermezza, intraprendenza e capacità di adattamento a questo nuovo scenario. Presto poi il Governo varerà la legge di bilancio, un vero banco di prova: confidiamo negli interventi a sostegno dei redditi inferiori a 35 mila euro e al taglio del cuneo fiscale, sperando che ci siano le risorse sufficienti a confermalo. In tal modo gli italiani vedrebbero aumentare il loro potere d’acquisto, messo a dura prova dall’aumento generalizzato dei prezzi”.
L’indagine congiunturale condotta a livello regionale, realizzata a settembre tra le aziende del sistema confindustriale piemontese, raccoglie le valutazioni di quasi 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi. I dati che ne scaturiscono confermano il quadro di peggioramento del clima di fiducia già rilevato a giugno, con indicatori in regresso per produzione, ordini ed export.
Tuttavia, non siamo in presenza di segnali particolarmente critici, anticipatori di una vera e propria svolta recessiva. Tengono infatti l’occupazione e gli investimenti (per quanto non particolarmente brillanti), stabili gli indicatori finanziari (ritardi negli incassi e tempi di pagamento), elevato il tasso di utilizzo degli impianti (vicino all’80% anche nell’industria), modesto il ricorso alla CIG a livello complessivo, anche se in lieve aumento rispetto a giugno. Viceversa, in negativo va segnalata la marcata accelerazione dei prezzi (materie prime, energia e trasporti).
Si conferma la divaricazione tra manifattura e servizi: il peggioramento degli indicatori è più sensibile per i servizi (circa 10 punti in meno da giugno) ma i saldi restano comunque positivi (la maggioranza delle imprese prevede perciò un aumento di produzione e ordini). Nell’industria, invece, i saldi su produzione e ordini peggiorano di qualche punto attestandosi poco al di sotto del valore di equilibrio tra previsioni di aumento e riduzione. Il ricorso alla CIG sale di qualche punto, ma resta comunque su livelli molto contenuti.
A livello settoriale, nell’industria rallentano metalmeccanica (soprattutto prodotti in metallo, meccatronica e metallurgia), tessile, chimica, gomma plastica e manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc.). Restano in crescita alimentari (grazie alle attese per il Natale), edilizia, legno e automotive. Per quanto riguarda il terziario, in tutti i comparti i saldi sono positivi, con la sola eccezione del commercio e turismo, che registra un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti.
“In un momento di grande incertezza dei mercati europei e non solo, l’83,3% delle imprese piemontesi rilevate con la congiunturale prevede di mantenere o aumentare i propri livelli produttivi. Il 94,3% prevede stabilità o crescita dell’occupazione. Partendo da questi dati non sorprende che l’utilizzo degli impianti resti all’80%. Un quadro congiunturale quindi robusto, come certificato dalla Banca d’Italia che ha valutato a bassa vulnerabilità il nostro sistema regionale, ma su cui dobbiamo vigilare: l’andamento economico di Germania e Francia, nostri primi partner commerciali, avrà degli effetti.
Gli imprenditori piemontesi però sono resilienti e lo confermano gli investimenti che continuano. Costo dell’energia e inflazione, che non scende nonostante il rialzo dei tassi, lasciano al Governo poco spazio di manovra sul bilancio pubblico sui temi che stanno più a cuore agli imprenditori, a cominciare dal cuneo fiscale. Ma interventi a sostegno dell’innovazione e della twin transition, insieme al Pnrr, possono portare a superare questa congiuntura, che arriva dopo 12 trimestri di crescita” ha commentato Marcp Gay, presidente di Confindustria Piemonte. Leggi QUI il post completo