L'arte e la guerra
Una mostra fotografica, opere di land art e un ricco programma di appuntamenti, dal 28 aprile al 21 maggio.
👤 Redazione ⌚ 27 Aprile 2023 - 11:37 Commentaa-
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Dalla collaborazione fra l’Assessorato alla Cultura del Comune, il Museo del Paesaggio, l’Associazione LetterAltura e l’Associazione Nonsoloaiuto nasce una nuova proposta culturale per Verbania.
L’iniziativa si intitola “L’arte e la guerra” e si compone di un programma diversificato, composto da una mostra fotografica, una installazione di land art e diversi appuntamenti collegati.
“Ho voluto fortemente che questo progetto artistico-culturale potesse trovare spazio anche nella Città di Verbania – dichiara l’Assessore alla Cultura Riccardo Brezza. – Abbiamo ritenuto sin da subito che la mostra rappresentasse una proposta artistica di alto livello e siamo certi che permetterà ai visitatori di affrontare tematiche di strettissima attualità e di grande importanza. Il tema della guerra è tornato potentemente nell’ultimo anno all’interno della comunicazione pubblica e come sempre l’arte e la cultura possono offrire punti di vista utili alla comprensione dei fenomeni complessi e di rilevanza internazionale. Grazie ai numerosi partner che si sono uniti nell’organizzazione dell’evento arricchendo la rassegna con appuntamenti di assoluto interesse e con grandi ospiti.”
Dichiara Carlo Ghisolfi, Presidente del Museo del Paesaggio “Essere parte attiva, come Museo del Paesaggio, alla rassegna organizzata dalla Città di Verbania è un onore che contiene l’onere di farsi portatori di scenari di guerra strazianti, ma al tempo stesso ci permette di lanciare il nostro messaggio di pace attraverso l’arte. Un piccolo tassello, lontano dai luoghi della guerra, che vuole essere utile per rafforzare il coraggio collettivo da trasmettere ai nostri politici: perché serve molto coraggio per creare la pace.”
La mostra fotografica “L’arte e la guerra”, di Alessandra Giacardi e Massimo Ferrando, nasce a seguito del progetto per il parco archeologico a Karkemish (Turchia sud-orientale, sul confine turco-siriano al margine della Mesopotamia) a cura del Professor Nicolò Marchetti dell’Università di Bologna - Alma Mater Studiorum. Sulla sponda ovest dell’Eufrate, all’interno del parco inaugurato nel 2019, sono state realizzate tra il 2017 e il 2018 alcune suggestive opere di Land Art (“Border”, “La sottile linea rossa”, “La soglia”), a fianco delle quali nel 2022 l’artista Michelangelo Pistoletto, in collaborazione con il Professor Marchetti, ha realizzato la sua opera “Il Terzo Paradiso”, a sancire definitivamente il valore dell’area non solo da un punto di vista archeologico ma anche artistico e simbolico. La mostra è allestita a Casa Ceretti (Via Roma 42), sarà inaugurata venerdì 28 aprile alle 18.00 e resterà aperta fino al 21 maggio.
L’installazione di land art “Border”, realizzata nel parco della Biblioteca Civica "Pietro Ceretti", in via Vittorio Veneto 138. L’opera di land art è particolarmente suggestiva perché si compone di 30 pali di alluminio rossi alti 6 metri, ciascuno dotato di sonaglio e di luce notturna, che permettono di godere dell’esperienza di visita in tutte le ore del giorno e della notte. Ciascun palo rappresenta simbolicamente una mina e vuole richiamare alla mente la pericolosità del paesaggio di guerra e in particolare di quello in cui si trova il parco archeologico di Karkemish. L’installazione sarà visitabile dal 29 aprile e per tutta l’estate 2023.
Durante le settimane di aprile e maggio è inoltre proposto un programma di appuntamenti collegati, tutti a Casa Ceretti di Intra:
- venerdì 28 aprile alle 18.00 ci sarà l’inaugurazione della mostra fotografica, con i curatori Alessandra Giacardi, Massimo Ferrando e con lap resenza del professor Nicolò Marchetti
- sabato 29 aprile dalle 9.30 alle 13.00 i curatori guideranno il pubblico alla scoperta dell’opera di land art “Border”, nel parco di Villa Maioni
- Mercoledì 3 maggio alle 21.00 sarà proposta la proiezione del film documentario H2: Occupation Lab del registra israeliano Idit Avrahami Noam Sheiza. H2 è il nome dato alla parte orientale di Hebron, l’unica città palestinese con un insediamento ebraico. H2: Occupation lab racconta la storia di un luogo che è allo stesso tempo specchio e microcosmo dell’intero conflitto fra Israele e Palestina, e laboratorio dei metodi di controllo che Israele sta imponendo su tutta la Cisgiordania. Si tratta della prima di quattro proiezioni realizzate in collaborazione con la rivista settimanale “Internazionale” per il programma ‘Mondovisioni’.
- venerdì 5 maggio sarà proposto il documentario Rebellion, di Maia Kenworthy e Elena Sánchez Bellot. Il film racconta la storia di un gruppo di persone unite per reclamare un cambiamento più che mai urgente: a partire dal lancio del movimento Extinction Rebellion nel 2018, seguiamo coloro che ne sono al centro, mentre affrontano alti e bassi dello scontro. Un appassionante film sul costo umano e personale del cambiamento sociale.
- martedì 9 maggio alle 21.00 ci sarà l’incontro con Michael Jakob intitolato “Di alberi e di guerra”, per far presente a tutti noi come la questione degli alberi sia urgente tanto quanto quella della guerra.
- mercoledì 10 maggio alle 8.00 è in programma l’incontro con Chicco Elia e Jamila Hassan sul tema “Israele e Palestina. Decolonizzare le narrazioni”.
- venerdì 12 maggio alle 21.00 è proposto il documentario della regista russa Nina Guseva The Case, che documenta le proteste avvenute durante l’estate 2019 a Mosca contro il governo di Putin.
- mercoledì 17 maggio alle 21.00 l’ultimo documentario di Mondovisioni, il film This stolen contry of mine di Marc Wiese. La luce questa volta è sulla Cina, Paese dall’insaziabile fame di risorse naturali, che nell’ultimo decennio ha operato aggressivamente per sfruttare quelle dell’Ecuador. Paúl Jarrín Mosquera guida la resistenza indigena contro lo sfruttamento della loro terra, mentre la diplomazia cinese usa il governo ecuadoriano per trasformare il paese in una nuova colonia.
- l’ultimo appuntamento sarà venerdì 19 maggio alle 18.00 con l’ospite Dominique Corti, figlia della dottoressa Lucille Teasdale, uno dei primi chirurghi donna in Canada e del dott. Piero Corti, che aprirono l’ospedale ugandese di Lacor, oggi una delle maggiori storie di successo sanitario in Africa. Dominique ha dedicato la sua vita a mantenere vivo il sogno dei genitori.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti.
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