Mostra “Paesaggio bacato”

Dal 12 marzo il Museo del Paesaggio di Verbania ospiterà nelle sale della Collezione permanente la Mostra “Paesaggio bacato” che consisterà in una serie di opere, studi e disegni preparatori realizzati dall’artista Hilario Isola per introdurre e ampliare la lettura della grande opera pubblica “La Crisopa”, commissionata dal Comune di Verbania e sostenuta dalla Fondazione Cariplo, che verrà installata a maggio davanti al Teatro Maggiore.

  
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In mostra, oltre ad uno studio in scala della Crisopa, saranno visibili opere e disegni preparatori del ciclo “RURALE” e una piccola serie di sculture di frutta e di grappoli d’uva, nature morte lavorate direttamente dagli insetti dal titolo Magnana.

Presentati come antichi e preziosi reperti archeologici, Magnana riproduce fedelmente piccole mele o grappoli d'uva, raccolti in natura, completamente svuotati dalla loro polpa da api, vespe e calabroni. L'opera degli insetti assume una dimensione espressiva, scultorea e allo stesso tempo simbolica.

I frutti, qualità autoctona piemontese, coltivati senza pesticidi dall'artista, malformati e scheletrici si trasformano così in oggetti rari e preziosi, come le qualità antiche e la cultura biologica da cui derivano.

In un’atmosfera ibrida tra uno studio d’artista e un museo di scienze naturale, le opere, i disegni e le sculture collaborano a ricostruire la complessa trasformazione del paesaggio rurale in seguito al cambiamento climatico e al dilagare di forme di agricoltura intensiva e monoculturale.

In questo scenario Hilario Isola ci introduce all’attività e al ruolo di alcuni insetti, sia parassiti che antagonisti, e rintraccia i segni del loro passaggio sulle culture per rivelarne l’influenza su scala ambientale e paesaggistica.

Il progetto di Hilario Isola compie un’esplorazione visiva della campagna italiana contemporanea, un paesaggio apparentemente domestico, ma sorprendentemente alieno se visto attraverso la lente più ampia dei presupposti socioeconomici che la stanno plasmando e delle catastrofiche condizioni climatiche che prefigurano. Quelle che da lontano appaiono come grandi incisioni o disegni si rivelano essere leggere sculture realizzate con un’innovativa tecnica introdotta dall’artista .

Le opere sono realizzate assemblando e sovrapponendo più strati di reti agricole utilizzate per proteggere le piantagioni dalla grandine e dall’invasione di parassiti. Le reti prodotte su larga scala industriale sono minuziosamente cucite a mano e le sovrapposizioni di segni create generano giochi di chiaroscuri e interagiscono con la luce e le ombre sul muro. Ma cos’è la Crisopa?

La Crisopa è una delle specie di maggior interesse nel settore della lotta biologica integrata per la notevole attività delle larve soprattutto nella lotta agli afidi.

Le ricerche e le applicazioni in questo caso si sono concentrate principalmente sull'impiego in coltura protetta per la difesa della fragola, del pomodoro, melanzana, peperone a di molte altre piante ortofrutticole e ornamentali.

La Crisopa è forse uno dei più diffusi insetti cosi detti “antagonisti” che possono sostituire con la loro presenza l’utilizzo di pesticidi e agenti chimici usati per la lotta agli afidi. Sempre più aziende agricole e contadini di affidano ai “lanci” di piccoli eserciti di queste piccole farfalline di un bel colore giallo verde acceso.

La Crisopa è il simbolo di un ritorno a pratiche agricole sostenibili le più in generale alla riscoperta della biodiversità e alla diversificazione delle culture come valori materiali e culturali per fronteggiare condizioni climatiche e ambientali estremamente critiche e alla crescita smisurata di monoculture e monopoli di mercato.

Ad arricchire il programma in contemporanea con l’inaugurazione della Crisopa verrà presentata a maggio a Casa Ceretti una videoinstallazione sonora dal titolo CONTRAPPUNTO RURALE, che Hilario isola ha realizzato insieme al sound artist e compositore Enrico Ascoli.

Contrappunto rurale è diviso in tre atti ognuno dei quali girato in un diverso contesto rurale dove i due artisti usando elementi materiali e culturali legati a ogni singolo contesto generano suoni.

Il primo video è stato realizzato in una centrale di biogas: da due sfiati della centrale escono dei tubi di gomma che serpeggiano sul tetto della centrale. I tubi sono stati collegati in maniere da convogliare il biogas in eccesso in quattro grandi canne d’organo.

Il secondo è una sorta di danza rituale: i due artisti creano con le mani suoni sempre differenti utilizzando migliaia di campanelli raccolti in una rete antigrandine di una coltivazione di mirtilli.

Nel terzo video, in una ibridazione tra una processione religiosa e un’azione agricola, i due artisti portano un alto strumento di legno e rame - una scultura che al suo interno contiene un alveare di bombi che si diffondono come il suono che producono all’interno di una serra ipertecnologica dove svolgono il ruolo di impollinatori.
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