Nido in Famiglia: coraggio e fantasia contro la crisi
Abbiamo parlato con una giovane mamma di Cambiasca, che dopo aver scelto di avere il primo figlio, si è trovata a fare i conti con la crisi e la perdita del lavoro.
👤 WebMaster ⌚ 19 Gennaio 2013 - 09:47 Commentaa-
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Francesca non si è rassegnata alla crisi, con coraggio, fantasia e preparazione, ha messo a frutto conoscenze, sogni e situazioni di vita, aprendo finalmente il suo nido in famiglia.
Ecco la storia dalle sue parole:
Sono Operatore Socio Sanitario e terminato gli studi ( quadriennio Scienze Umane e Sociali presso l’Istitituto Cobianchi e corso Oss ) ho lavorato all’Istituto Sacra Famiglia di Verbania per circa cinque anni.
Avevo un contratto a tempo determinato che veniva rinnovato alla scadenza. Ero in graduatoria per passare fissa e mi sono informata tramite il mio direttore se era possibile avere un figlio nel frattempo e lui mi ha assicurato che non ci sarebbero stati
problemi.
Quindi 6 mesi dopo sono entrata in maternità perché incinta della mia prima figlia Michela. Quando è nata Michela, in Sacra Famiglia si è cominciato a respirare aria di crisi e il mio posto è saltato. Ho fatto altre domande in tutte le strutture e cooperative della zona ma nel frattempo io e mio marito stavamo valutando se, tirando un po’ la cinghia, sarei riuscita a stare a casa con la mia bambina fino almeno ai suoi tre anni. E così ho fatto.
Tre anni dopo abbiamo cercato il nostro secondo figlio, Giulio e ho continuato a stare a casa con i bambini. Nonostante stare a casa e poter crescere i miei figli in prima
persona sia stato uno dei regali più belli, pensavo spesso al mio lavoro in futuro, quando anche Giulio sarebbe andato all’asilo.
L’idea di aprire un nido in famiglia c'è sempre tra i miei progetti ma la mancanza di spazio oggettiva non me lo permetteva. Vivo a Cambiasca in una villetta su due piani con un ampio giardino. Al piano superiore abita mia mamma e al piano inferiore fino a due anni fa c’erano due appartamenti distinti: in uno abitava la mia famiglia e in quello accanto mia nonna con la badante. Purtroppo mia nonna ad aprile 2011 è mancata.
La decisione era se ampliare il nostro appartamento e crearne uno molto spazioso, o se nel ristrutturare provare a creare la stanza adibita al nido in famiglia. Il decreto che regola l’apertura di un nido in famiglia spiega molto bene cosa occorre per poterlo aprire e la nostra abitazione rispecchiava quella descrizione. Ci voleva solo un po’ di coraggio.
Fortunatamente su facebook ho incontrato quella che poi diventò la mia guida in questa esperienza, Chiara. Una ragazza di Torino che già da qualche anno è titolare di un nido in famiglia e che mi ha guidato passo passo nella burocrazia, evitandomi così di entrare a far parte di cooperative che solitamente seguono tutte le pratiche. Io sono quindi l’unica titolare di questa attività.
Gestisco tutto da sola con l’aiuto di un commercialista e la supervisione obbligatoria del micro nido di Domodossola “Piccole Impronte”. Terminate le varie perizie, i lavori a norma, le certificazioni di idraulico ed elettricista, preparata la stanza in sicurezza e l’intera casa a prova di bimbo, comprati i lettini… finalmente a novembre 2011 ho aperto il mio nido in famiglia!
Ho fatto molto volantinaggio appoggiata dai vari comuni, soprattutto quello di Cambiasca. Ma per due lunghi mesi mi arrivavano solo telefonate di persone che cercavano lavoro. Ero un po’ demoralizzata e stavo già pensando a trovarmi un nuovo lavoro, nonostante in questo progetto ci avessi messo energia e tutto il mio cuore.
Poi improvvisamente arrivarono le prime richieste e la prima iscrizione. Un bambino meraviglioso di due anni a febbraio 2012 si è iscritto al mio nido. E pochi giorni dopo anche un altro piccolino di un anno e mezzo. E infine un cucciolo di pochi mesi. Arrivata alla quota di tre bambini ero al completo. In Piemonte come nido in famiglia possiamo ospitare un massimo di quattro bambini contemporaneamente e con Giulio, mio figlio, eravamo al completo.
A gennaio Giulio l’ho inserito alla scuola materna e a fine mese arriverà una bimba di un anno.Si è realizzato il mio sogno. Lavorare con i bambini è meraviglioso. L’ambiente è molto famigliare nonostante ci siano regole da rispettare. Favorisce l’opportunità di socializzazione, di sviluppo delle competenze primarie e dell’autonomia. E’ un luogo di vita per i bambini inserito in un contesto sociale di tipo familiare, accogliente, sereno, protetto, a ritmo lento.
Si caratterizza per la presenza di un piccolo gruppo di bambini che si relaziona con una sola figura educativa, la quale fornisce a ciascuno di loro un’attenzione individuale, rispettando i suoi tempi. Facciamo molti lavoretti: dipingiamo,coloriamo, ritagliamo, incolliamo, giochiamo con la pasta modellante, ascoltiamo musica e leggiamo tantissimo.
I bambini di circa due anni hanno un quaderno personale dove ogni giorno si svolgono degli esercizi semplici ma molto utili come base per imparare a disegnare e a tenere correttamente in mano la matita. I bambini adorano ogni tipo di attività. Quando il tempo è bello giochiamo in giardino. Ho creato uno spazio protetto per i bambini più piccoli, altrimenti in tutto il prato ci sono diversi giochi e macchinine da cavalcare. Per contattare Francesca
francyferry@libero.it Leggi QUI il post completo