Comitato Salute VCO su incontro sanità locale
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato salute VCO, a seguito della riunione tra i sindaci VCO e il Presidente di Regione Piemonte, sulla sanità locale.
👤 Redazione ⌚ 28 Maggio 2022 - 11:04 2 commentia-
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Dopo una “pausa di riflessione incredibilmente lunga” il Presidente Cirio e il suo assessore alla Sanità Icardi hanno benevolmente incontrato la Rappresentanza dei sindaci della nostra ASL (non tutti i sindaci però, sarebbe stato troppo!). Bene, meglio tardi che mai. Per dire che cosa? Semplice: per la sanità del VCO, ospedaliera e territoriale, si ricomincia da zero. Che novità! Questo perché, secondo una interpretazione corrente, la pandemia ha cambiato “il quadro della prospettiva futura” e noi – amministratori e cittadini di questo territorio – non siamo capaci di metterci d’accordo su nulla. Eh, ma che simpatici questi nostri governanti regionali. Ma dai! Dopo aver scientemente spaccato il territorio il 26 ottobre del 2019 adesso, se siamo divisi, la colpa è nostra.
Questo è un giochino, che finora non ha risolto un solo problema non solo qui, ma in tutto il Piemonte. Si chiama “scaricabarile”. Già, come si può definire la pretesa che i Sindaci decidano in tempi brevissimi su delle alternative decise a Torino e non preventivamente preparate insieme a loro?
Siate cortesi e vi perdoneremo: andate però a casa, avete già combinato troppi disastri!
I nostri ospedali non sono ormai più tali, il ricorso al privato comincia già al CUP, sul bilancio dell’Asl meglio stendere un velo pietoso, la “Sanità territoriale” è ferma al palo, i servizi sociali si stanno riducendo, il personale è insufficiente e quello che c’è è stressato e, fatto unico da quando esiste l’ordinamento regionale, questa Giunta non ha ancora prodotto ad oggi, un piano sociosanitario. Quindi il procedere decisionale è episodico e occasionale. Eppure, ci sono i fondi del PNRR da destinare, c’è una sanità territoriale da costruire secondo gli indirizzi AGENAS, e quindi anche un ospedale di riferimento per acuti.
Sono passati tre anni solo di dichiarazioni e promesse non mantenute, quindi di bugie, senza un atto formale. Si presentano adesso ai Sindaci del VCO con l’ennesima proposta per la quale chiedono il consenso. Un insolito approccio che capovolge la logica del buonsenso. Una decisione le cui conseguenze ricadono su 170mila cittadini richiede una consultazione continua per costruire una proposta condivisa e che valuti tutte le opzioni. Invece siamo alla richiesta di prendere o di lasciare la proposta di due ospedali: uno a vocazione chirurgica e l’altro a vocazione medica. Una intuizione innovativa che risale ai tempi del Direttore Generale Vannini.
Vent’anni fa!!! Una soluzione che è stata “battezzata” nel 2008 anche come “ospedale unico plurisede” e che ha mostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia ed ora, siccome la pandemia avrebbe cambiato tutto (???) e bisogna innovare, ci viene proposta la minestra riscaldata. Si ritorna a vent’anni fa, ovvero al punto di partenza come nel gioco dell’oca senza sapere però quali servizi saranno erogati. È vero che la pandemia ci ha complicato la prospettiva del futuro, ma non ha cancellato le esigenze del cittadino e quelle, pandemia o no, sono sempre le stesse.
Non si nomina mai l’insediamento di Ornavasso quasi fosse una bestemmia, ma nel documento IRES del 2021, richiamato anche negli “Approfondimenti” che la nostra Direttora Generale ha preparato per l’incontro del 23 maggio, è scritto ESPLICITAMENTE che la migliore soluzione in assoluto, per i servizi ospedalieri del territorio del VCO è quella di un ospedale unico e, come aggiunge da tempo un inascoltato Ordine dei Medici del VCO, deve essere baricentrico. Non parlarne non significa che non esista. La priorità oggi è la “sanità territoriale” che è strettamente legata ai fondi del PNRR la cui erogazione è condizionata dal rispetto dei tempi di realizzo del progetto. Cosa di cui finora non c’è alcun elemento oggettivo. Leggi QUI il post completo