Ristorni all’Italia: via libera
Il Consiglio di Stato ha deciso di non bloccare il versamento all’Italia della quota parte
delle imposte alla fonte dei frontalieri dell’anno 2013, che ammonta a 58,7 milioni di
franchi.
👤 Redazione ⌚ 26 Giugno 2014 - 11:26 1 commentoa-
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La decisione, in applicazione dell’Accordo tra la Svizzera e l’Italia relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri e alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine del 3 ottobre 1974.
La decisione, come noto, è stata preceduta negli ultimi mesi da incontri e aggiornamenti
sull’avanzamento delle trattative con l’Italia riguardo a lla rinegoziazione della Convenzione contro la doppia imposizione e dell’Accordo sull’imposizione dei frontalieri con la Consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, il Segretario di Stato Jacques de Watteville e anche con la Deputazione ticinese alle Camere federali.
Da questi incontri è scaturita la ferma volontà delle Autorità federali di concludere i negoziati con l’Italia al più tardi entro la fine della primavera del 2015. Se ciò non dovesse realizzarsi nei termini previsti la Consigliera federale Widmer-Schlumpf ha garantito alla Deputazione ticinese e al Consiglio di Stato che saranno presi provvedimenti concreti a salvaguardia degli interessi del Ticino e della Svizzera.
Questo chiaro impegno del Governo federale ha condotto la maggioranza del Consiglio di Stato a decidere di non bloccare il pagamento della quota spettante all’Italia dell’imposta alla fonte sui redditi dei lavoratori frontalieri del 2013 secondo quanto previsto dall’accordo internazionale.
La decisione contribuirà a rafforzare la posizione della delegazione svizzera che conduce le trattative al fine di rinegoziare la Convenzione contro la doppia imposizione e l’Accordo sull’imposizione dei frontalieri, che ne è parte integrante. Un blocco dei ristorni, parziale o totale, avrebbe messo fortemente a rischio la continuazione delle trattative.
Il Consiglio di Stato osserva in questa sede come i negoziatori svizzeri siano perfettamente edotti e consapevoli delle aspettative ticinesi riguardo sia al provento dell’imposta alla fonte dei lavoratori frontalieri, sia dell’importanza della nuova regolamentazione fiscale per il futuro della piazza finanziaria ticinese, già confrontata con importanti cambiamenti strutturali derivanti dal contesto internazionale.
Nella denegata ipotesi in cui i negoziati con l’Italia non dovessero concludersi entro la prossima primavera, accanto ai provvedimenti concreti garantiti dall’autorità federale tornerebbe d’attualità il blocco dei ristorni, che in quell’occasione potrebbe completare l’eventuale risposta elvetica all’inconcludenza di un negoziato che il Consiglio di Stato, con la decisione odierna, auspica di contribuire a perfezionare in tempi accettabili per tutte le parti.
La discussione ha comunque permesso di tematizzare delle criticità nelle relazioni con l’Italia, sollevate in particolare dalla minoranza governativa, segnatamente nel settore infrastrutturale dei trasporti, del traffico pendolare e dell’attuale utilizzo della quota ristornata. Preoccupazioni condivise dall’intero Consiglio di Stato.
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