Comitato Salute: "Due pesi e due misure"
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salute VCO, riguardante la ripresa delle attività negli ospedali del VCO.
👤 Redazione ⌚ 17 Febbraio 2021 - 13:01 1 commentoa-
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Come sempre, ciò che sta succedendo in riferimento alla Sanità locale, lo si capisce leggendo i giornali e non dai comunicati dell’ASL 14, che invece avrebbe il dovere di farlo.
Abbiamo già da tempo denunciato come la Direttiva DIRMEI Regionale del 27 gennaio scorso imponesse la ripresa delle attività pre-covid in TUTTI gli ospedali della Regione. Ma presso la nostra ASL 14, ciò è stato ampiamente disatteso senza che chi doveva farlo sia intervenuto. Infatti, mentre al S. Biagio di Domodossola le attività programmate sono riprese da lunedì 1 febbraio, al Castelli di Verbania tutto tace e i pazienti, se vogliono curarsi, devono continuare a recarsi a Domodossola sopportando gli inevitabili disagi.
Si ha notizia ora dal quotidiano locale che al San Biagio anche durante il periodo di chiusura venivano effettuati comunque circa 100 prelievi di sangue ogni giorno, ovviamente con sia con impegnative con priorità “U” (entro 72 ore) sia con priorità “B” (entro 10 gg), mentre al Castelli la media era circa di 40 prelievi. E’ evidente che per il Verbano tutti gli altri venivano effettuati dal “Privato” come continua a farlo ora, oppure si indirizzavano verso il COQ. Infatti ad Omegna, che ha una storia a sé, il “Privato” effettua mediamente 80 prelievi al giorno, il doppio del Castelli.
C’è qualcosa che non va e che andrebbe spiegato.
Veniamo anche a sapere, ma non dall’Ufficio stampa della ASL, che al San Biagio già dopo la prima ondata, a giugno/luglio 2020, erano ripresi gli accessi al prelievo senza prenotazione, mentre al Castelli ciò non è avvenuto perché secondo l’ASL non c’era uno spazio per l’attesa in sicurezza (???) e quindi i pazienti verbanesi sono stati obbligati a servirsi come ora del “Privato” con buona pace per il bilancio dell’ASL.
Se non è uno scandalo questo, che cos’è?
L’articolo mette anche in risalto il fatto che, di fronte all’attuale impennata di richieste di prelievi, in attesa di tornare all’accesso diretto, cosa non prevista per il Castelli (perché?) alcuni pazienti vengono invitati a recarsi al Castelli o al Coq e sottolinea i disagi a cui sono sottoposti.
Peccato che sia l’articolista sia l’addetto stampa dell’ASL 14 non abbiano mai speso una parola sul disagio che i pazienti del sud della provincia patiscono dallo scorso ottobre 2020 per doversi recare a Domodossola non solo per un prelievo ma per quasi tutto quanto attiene alla loro salute.
Due pesi due misure. Appunto.
Questa è la situazione, non capiamo quindi su quali basi poggino le rassicurazioni che il Direttore Generale distribuisce a piene mani a coloro che chiedono preoccupati di tornare alla normalità. Leggi QUI il post completo