ATO: intervento alla missione Casa di Nazareth in Uganda
Autorità d’Ambito e Rotary Club Pallanza-Stresa uniti nel Piano Idrico a Mbarara (Uganda).
In sette anni ATO1 ha sostenuto otto progetti in ambito di cooperazione internazionale.
👤 Redazione ⌚ 14 Giugno 2014 - 10:23 1 commentoa-
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L'Autorità d’Ambito “Verbano Cusio Ossola e Pianura Novarese”, nel ruolo di Ente competente nell’organizzazione, affidamento e controllo della gestione del servizio idrico integrato nelle province del VCO e di Novara, finanzia annualmente con l’accantonamento dello 0,1% delle tariffe – nel contesto di attività di cooperazione internazionale – la realizzazione di infrastrutture idriche (acquedotto, fognatura e depurazione) a favore di Paesi in via di sviluppo.
L’assegnazione di contributi a interventi di cooperazione internazionale si attua a seguito di bando pubblico annuale, a cui possono partecipare Enti Locali, associazioni, istituti e organizzazioni non governative (ONG), presenti sul territorio di riferimento dell’ATO. I progetti di cooperazione internazionale, candidati al finanziamento, vengono sottoposti all’approvazione della Conferenza d’Ambito, costituita dai sindaci rappresentanti la realtà territoriale delle due province.
Nel dicembre scorso la Conferenza d’Ambito ha deliberato il finanziamento di un progetto di cooperazione internazionale a favore del Rotary Club Pallanza-Stresa, titolo del progetto: Piano idrico generale della Missione “Casa di Nazareth” in Uganda. Tale intervento, la cui realizzazione risulta oggi completata, ha permesso la costruzione di un sistema di raccolta di acqua piovana in vasche sotterranee o seminterrate collegate tra loro, a servizio di un polo giovanile nell’area di Nyamityobora – Mbarara, per un volume di accumulo complessivo pari a circa 242.000 litri.
“Ringraziamo l’ATO che ci ha permesso di realizzare questo importante progetto, che si ispira pienamente ai principi e ai valori di servizio, alla base della mission della nostra associazione” evidenziano il present e past president del Rotary Pallanza-Stresa Anna Sacchi e Roberto Emer.
I beneficiari diretti, una volta completato l’intero progetto (scuola primaria, scuola secondaria, centro di aggregazione e ricreativo, comunità religiosa), saranno circa 1500 persone. Il progetto realizzato in Uganda è una delle tre iniziative di cooperazione internazionale che hanno avuto accesso al bando emesso da ATO lo scorso anno: con un finanziamento complessivo di circa 74.000 € si è infatti risposto alla richiesta del Comune di Invorio (con la partecipazione dell’Associazione Amici Azawak Onlus) per la riqualificazione di 6 pozzi in Niger in corso di realizzazione, e della Onlus Centro Aiuti per l’Etiopia con sede a Verbania per la realizzazione di un nuovo pozzo in Etiopia.
“Si tratta di una nuova conferma a dimostrazione di come la sinergia tra enti e istituzioni produca esiti di straordinaria efficacia. Da un lato l’efficientamento del servizio idrico integrato, dall’altra l’opportunità di sostenere progetti fondamentali per la sopravvivenza di intere popolazioni. Per questa ragione, anche a titolo personale, in futuro continuerò a seguire l’evolversi di questi progetti che ritengo prioritari per lo sviluppo di taluni Paesi” evidenzia il Presidente ATO Diego Sozzani.
“Dal 2007 ad oggi ATO1 – fa sapere il vicepresidente Massimo Nobili – ha sostenuto la realizzazione di otto progetti di cooperazione internazionale per un importo complessivo di circa 200.000 euro. Si tratta di progetti promossi da realtà onlus di Novara e del VCO, che hanno inciso sul piano della qualità della vita, o meglio - visto il contesto in cui essi vengono realizzati - in termini di vera e propria sopravvivenza per le comunità a cui sono destinati”.
Oltre ai progetti già indicati si ricordano:
la realizzazione di due pozzi comunitari a servizio delle popolazioni rurali e dei loro allevamenti nel dipartimento di Filinguè, regione di Tillabery in Niger (proposto da Comunità Montana Cusio Mottarone);
la realizzazione di tre pozzi per tre villaggi del Burkina Faso (proposto da Comune Fara Novarese);
il progetto “Un Aquilone per Yenne” - realizzazione di tre latrine per le scuole elementari e sostituzione pompa pozzo, regione Dakar Senegal (proposto da Comune Oleggio);
il progetto “Free Water–libera l'acqua” - riperforazione di quattro pozzi d'acqua e manutenzione di infrastrutture esistenti, Sierra Leone (proposto da Comune Trecate);
progetto “Acqua per vivere, Acqua per crescere” – realizzazione di un sistema di raccolta e accumulo di acqua piovana in Tanzania, proposto dalla Onlus Serve del Signore e della Vergine di Matara con sede a Novara.
Maggiori dettagli sul progetto a favore della Missione “Casa di Nazareth” in Uganda e sulla sua contestualizzazione, sono contenuti nella seguente scheda redatta dai dottori Daniela e Roberto Emer, che per conto del Rotary Pallanza-Stresa ne hanno seguito, recandosi sul posto, la realizzazione. Per eventuali approfondimenti potete contattarli ai numeri 0323 925095 o 335356559 o alla mail robertoemer@hotmail.com
PROGETTO CASA DI NAZARETH (MBARARA – UGANDA)
Situazione attuale in Uganda:
l'Uganda è una repubblica democratica con un sistema politico non partitico in rappresentanza delle diverse etnie presenti;
presidente attuale è Yoveri Museveni;
la popolazione è di 35 milioni di abitanti, oltre il 50% della popolazione ha meno di 15 anni;
il numero stimato di orfani è di circa 2.000.000, di cui molti arruolati al tempo della guerra, come soldati-bambini;
istruzione: nelle aree rurali moltissimi bambini non accedono alle scuole per mancanza di strutture nel luogo di residenza o per mancanza di risorse economiche da parte delle famiglie;
acqua: meno del 50 % della popolazione rurale ha accesso a fonti d'acqua sicure;
attività predominante: agricoltura.
Uno dei più acuti problemi sociali resta dunque l'istruzione, ancora prima dell'emergenza sanitaria che comunque è drammatica (le stime della popolazione affetta da HIV variano da un 10% da fonte governativa a un quasi 30 % valutato dalle organizzazioni sanitarie internazionali, un dato quest’ultimo che appare più vicino alla realtà se si considera che circa 20.000 bambini all'anno continuano a contrarre il virus HIV dalle proprie madri).
La condizione sociale delle donne in generale, e delle bambine, in particolare è drammatica.
La possibilità di accesso alla scuola da parte delle bambine è bassissima, perché le famiglie che hanno delle possibilità privilegiano l’istruzione dei figli maschi.
Il progetto “Casa di Nazareth” è fortemente impegnato in questo ambito prevedendo la costruzione
1. di una scuola primaria , secondaria e professionale per una popolazione studentesca stimata di almeno 1500 ragazzi e ragazze,
2. di un centro di aggregazione giovanile,
3. di una struttura sanitaria in appoggio.
L'iniziativa è partita 3 anni fa da parte della “Casa di Nazareth”, una congregazione religiosa cattolica che gestisce alcuni centri di aggregazione giovanile in Italia, uno dei quali a Gignese (VCO).
“Venuti a conoscenza dell'iniziativa – racconta Roberto Emer – mia moglie Daniela ed io, viste le nostre precedenti esperienze in Africa, abbiamo deciso di farci parte attiva nella realizzazione del progetto, sia con la nostra presenza sul posto in veste di volontari, sia promuovendo la raccolta di fondi necessari per finanziarla”.
“Questo progetto – continua Emer – ci ha convinto e coinvolto per diversi motivi, quali la presenza continuativa a Mbarara di 4 missionari (don Mansueto, don Gianluca, suor Laura e suor Angelina); l’enorme lavoro basato sull’opera volontaria, assolutamente gratuita, portata avanti in tre anni e, aspetto fondamentale e non sempre ricorrente in queste situazioni, la collaborazione delle famiglie locali, che nei limiti delle loro possibilità, partecipano con grande interesse alla costruzione delle strutture”.
“L’attuale stato dei lavori registra la costruzione della chiesa e dei locali della missione, dove possono essere ospitati 4 o 5 volontari, il centro di aggregazione con 2 aule attrezzate dal Rotary club Pallanza Stresa, un ‘rudimentale’ campo di calcio e spazi verdi in cui si riuniscono in bambini, altrimenti lasciati per le strade. Da febbraio – fa sapere Daniela Emer – sono in funzione le 6 classi della scuola primaria, la cui affluenza prevista era di 150-200 bambini, quella effettiva di 350 alunni.
Un’accoglienza resa possibile dall’impianto di rifornimento idrico costruito grazie al finanziamento dell'ATO. L’impianto è funzionante, ma la prossima necessità è potenziarne la portata con pompe a pannelli solari ed estenderne la capacità di potabilizzazione, visto che una volta completata la struttura moltiplicherà enormemente il numero dei suoi fruitori”.
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