“Eva Sørensen: Biennale 1982”
Sabato 18 luglio 2020 alle ore 18.00 presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa (VB) l’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “Il Brunitoio” inaugura la mostra “Eva Sørensen: Biennale 1982” a cura di Rosalia Pasqualino di Marineo.
👤 Redazione ⌚ 17 Luglio 2020 - 11:05 Commentaa-
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Testo e presentazione di Flaminio Gualdoni. A pochi mesi dalla sua scomparsa il Brunitoio di Ghiffa vuole ricordare Eva Sørensen (Herning 1940 - Verbania 2019) dedicandole una mostra personale.
Nata in Danimarca, Eva arriva giovanissima scultrice in Italia e vive la grande stagione degli anni ’60, vicino ad artisti come Piero Manzoni, Enrico Castellani, Lucio Fontana e via dicendo. Inizia il suo percorso artistico sperimentando diversi materiali (terracotta, gres, legno, poliestere, marmo) ma infine, nel 1977 “scopre” il granito verde di “Montorfano”, con il quale realizzerà le sue più importanti sculture monumentali, molte delle quali vengono poi installate in spazi pubblici danesi. In parallelo però, già dal 1964, inizia a disegnare, tracciando linee con inchiostro di china su fogli di carta.In questa mostra, curata da Rosalia Pasqualino di Marineo, ci si è voluti concentrare su di un momento importante della vita e carriera dell’artista: la sua partecipazione alla XL Biennale di Venezia del 1982, prima artista donna ad essere invitata ad esporre nel Padiglione della Danimarca: 8 grandi sculture in granito verde che le costarono un anno di duro lavoro e 23 disegni di diversi formati, realizzati tra il 1981 e il 1982.
Una selezione di questi disegni è esposta a Ghiffa, mentre le grandi sculture sono testimoniate dall’intenso servizio fotografico che Uliano Lucas realizzò in quell’occasione e le cui stampe su alluminio si sono conservate nell’archivio dell’artista. Scrive Flaminio Gualdoni nel testo che presenta la mostra: “L’incongruità formale dei blocchi è la loro ragion d’essere, il non voler cessare di essere montagna.
Gli interventi di Eva non sono trasformazioni formali ma glosse, precisazioni, sottolineature, accentuazioni, petroglifi astratti come accidenti che rivelano drasticamente linee-forza intime, come carezze critiche interposte tra l’ostensione brutale del masso e l’assunzione tutta mentale che l’artista ne fa: un’assunzione che traduce in fogli dalle fluenze di dolce ossessione, andamenti di segni come rabdomantici che si pongono in parallelo a quelli ciechi e arcigni che il destino ha tracciato nella pietra ”.
Eva Sørensen: Biennale 1982
A cura di Rosalia Pasqualino di Marineo
Testo e presentazione di Flaminio Gualdoni
Dal 18 luglio al 30 agosto 2020
Inaugurazione sabato 18 luglio, ore 18.00
Sala Esposizioni Panizza, Corso Belvedere 114, Ghiffa (VB)
Orario: da giovedì a domenica, ore 16.00-19.00
LA PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA SARA’ TENUTASULLA TERRAZZA APERTA,CON DISTANZIAMENTO SOCIALEEUSO DI MASCHERINA, SECONDO LE PRESCRIZIONI ANTI COVID 19.
Biografia
Eva Sørensen 1940-2019
Eva Sørensen nasce a Herning (Danimarca) nel 1940 e, dopo le scuole superiori, studia a Parigi con lo scultore Laszlo Szabo. Nel 1961-62 viene a vivere, studiare e lavorare la ceramica in Italia, tra Faenza, Albisola e Milano e frequenta diversi artisti tra cui Manzoni, Fontana, Castellani, Jorn e Lam. Nel 1962 vince il Primo Premio al IV Festival della Ceramica ad Albisola. Nel 1963 la sua prima mostra personale nella rinomata Galerie Birch a Copenhagen. Ritorna in Danimarca e partecipa a diverse mostre collettive, con opere in ceramica e gres e ottiene la prima commissione per lo Stato danese, una scultura in poliestere per il Comune di Fakse, che realizza in Svezia. Nel 1972 si trasferisce a Pietrasanta (LU) e inizia a lavorare il marmo. Riceve diverse nuove commissioni dallo Stato danese per opere monumentali. In parallelo alle sculture, inizia a disegnare: linee tracciate senza interruzione, aggiunte alle precedenti con un unico movimento della mano, in un'unica seduta. Scriverà Hjort più avanti a proposito deidisegni: “Ogni linea tracciata sul foglio vincola la successiva. Tutte insieme creano un campo di forze che è ad un tempo pelle e paesaggio, espressione di quella ‘natura segreta’ che sta pure alla base del suo lavoro sulla pietra”. Nel 1977 scopre il granito verde di Montorfano, più compatibile con il clima danese, e conosce gli straordinari scalpellini della zona, decidendo così di stabilirsi a Mergozzo (VB). L’anno successivo il Comune di Milano organizza una mostra al Parco Sempione, con grandi lavori in granito verde. Mentre continuano le commissioni per la Danimarca (arriveranno ad essere più di 25, in numerose città), viene invitata ad esporre nel Padiglione Danese della XL Biennale di Venezia del 1982. E’ la prima donna ad avere questo invito. Lavora duramente per un anno, per avere pronte 8 grandi sculture in granito verde, che non pesino più di una tonnellata, così da poter essere collocate a mano negli spazi del Padiglione. A queste si aggiungono 23 disegni di vari formati.La mostra ha molto successo e ci sono diverse recensioni positive; il Corriere della Sera scrive “Eva Sørensen occupa il padiglione danese, con reperti rocciosi, graffiti, incisioni, tracce d’una rupestre memoria prossima ventura (avventura)”, mentre Il Borghese osserva: “Ultima allieva di Michelangiolo, la Sørensen si fa arrivare enormi blocchi di marmo sui quali interviene, non senza aver prima loro carpito certe strutture “segrete”, in un continuo gioco di rimando tra materia e forma. Disegno-scultura. Due tempi e due fasi del medesimo processo.” e Il Gazzettino considera “Una danese che scrive sulle rocce e sul vento. Protagonista del suo modo di esprimersi è il segno, una linea voluttuosa che si libra, si piega e si torce ma senza tormenti, ariosa e generatrice di forme geometriche, di arcane “figure”, forse questo segno crea “sculture bidimensionali”, piene di respiro”. Il fotografo Uliano Lucas fa un servizio fotografico delle sculture esposte.Eva Sørensen vince diversi concorsi per opere pubbliche in Danimarca e nel 1985 viene nominata Artista dell’Anno. Nei successivi dieci anni vive tra l’Italia e la Danimarca, seguendo diversi progetti, ma anche dovendo fare i conti con problemi familiari e di salute. Dal 1995 ritorna definitivamente in Italia, prima a Savona e poi a Verbania. Dal 2000 lavora prevalentemente a disegni e lastre incise, che espone in alcune mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati indiverse città, tra cui Savona, Milano, Torino, Domodossola e Verbania. Nel 2006 riceve la cittadinanza onoraria dal Comune di Mergozzo. In quest’occasione dichiara: “Il mio incontro nel 1977 con Mergozzo ed il suo straordinario Montorfano, tutto rivestitodi granito bianco e con un cuore di granito verde, così come il mio incontro con i ‘Picasass’ di Mergozzo che lavoravano questa pietra con professionalità e passione, sono stati insieme l’evento più importante nella mia vita dedicata alla scultura”. Nel 2016 a Verona il vince il premio Donna del Marmo.Muore a Verbania il 31 dicembre 2019 all’età di 79 anni. Leggi QUI il post completo