Parrucchieri ed estetiste, quanto è costato il lockdown
Costi di gestione più alti e meno clienti. Le difficoltà raccontate da due titolari di saloni d’acconciatura e di un centro estetico a Novara, Verbania e Vercelli.
👤 Redazione ⌚ 11 Luglio 2020 - 15:03 3 commentia-
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I costi di gestione aumentano, i clienti diminuiscono, i tempi di lavoro si dilatano. Parrucchieri ed estetiste fanno i conti con le difficoltà pratiche ed economiche a qualche settimana dalla riapertura delle attività, dopo lo stop forzato durato oltre due mesi a causa dell’emergenza Covid-19.
I risultati dell’indagine di CNA Benessere e Sanità fra acconciatori ed estetiste
Da un’indagine realizzata da CNA e pubblicata nei giorni scorsi (che ha coinvolto anche imprese associate delle province di Novara, Vercelli e VCO) emerge che gli artigiani e gli imprenditori della categoria Benessere e Sanità lavorano mediamente due ore di più al giorno e hanno sei clienti in meno rispetto a prima della chiusura forzata. I costi di gestione sono aumentati fino al 30% per via delle spese per la messa in sicurezza dei locali, per l’igienizzazione degli stessi e per i dispositivi di protezione individuale. I costi in più da sopportare non sono solo quelli per igiene e sicurezza: in alcuni casi sono stati rilevati aumenti anche nei prezzi per l’acquisto dei prodotti utilizzati nei saloni, come shampoo e smalti per unghie. Dall’analisi emerge però che acconciatori e estetiste hanno riversato sulle spalle dei clienti solo in modo molto contenuto gli oneri sostenuti per le spese straordinarie.
Le testimonianze di due titolari di saloni di acconciatura e uno di estetica delle province di Novara, Verbania e Vercelli
Svolgere ora queste attività è diventato difficoltoso. La conferma arriva da tre artigiani associati CNA del nostro territorio: Samira Bongini, titolare del salone d’acconciatura ‘Stile Alta Moda’ a Novara; Angelo Rollo, titolare del salone d’acconciatura ‘Tocco d’Angelo’ a Verbania; Antonella Croce, titolare del centro estetico ‘Mudra Beauty & SPA’ a Vercelli.
“Stiamo lavorando – spiega Samira Bongini, titolare del salone ‘Stile Alta Moda’ che si trova a Novara e dove lavora con la figlia - al 40% degli ingressi rispetto a prima. Le dimensioni del mio negozio consentono l’accesso al massimo a quattro persone contemporaneamente. Abbiamo allungato l’orario d’apertura, in alcuni giorni dalle 8 del mattino alle 23, e tenuto aperto il lunedì, che era il nostro giorno di chiusura settimanale. Ho dovuto comprare una grande fornitura di presidi per la sicurezza per noi e per i clienti, ma non ho aumentato le tariffe, sostenendo quindi dei costi, oltre a quelli per adeguare il negozio alle disposizioni. Al momento non ho riscontrato aumenti improvvisi dei prezzi per l’acquisto dei prodotti. In queste prime settimane dopo la riapertura abbiamo lavorato molto ed eseguito servizi come colorazioni e trattamenti, che ci hanno permesso di avere incassi adeguati, ma a breve si tornerà con i servizi normali, quindi con meno incassi. Mentre i costi di gestione, che sono più alti di prima, rimarranno”.
“La cosa più difficoltosa – racconta Angelo Rollo, titolare del salone ‘Tocco d’Angelo’ a Verbania dove a lavorare sono in tre – è stata quella di interpretare le informazioni che mano a mano uscivano per potersi adeguare alle norme sanitarie. Le prime versioni prevedevano dispositivi usa e getta per ogni cliente. Abbiamo comprato il materiale necessario a prezzi più alti, per poter ripartire subito, e solo per ricominciare ho speso 1.500 euro. Successivamente le linee guida entrate in vigore hanno, ad esempio, eliminato l’obbligo dei guanti. Poi l’usa e getta è diventato ‘monouso’, quindi, in teoria potrei utilizzare anche le mie mantelline, camici e simili se li uso per un unico cliente e poi li lavo e li igienizzo, come d’altra parte ho già sempre fatto, ma non è così ovvio. Noi siamo in tre a lavorare. Nel mio negozio c’erano sette postazioni, ma per poter rispettare il distanziamento alla fine ne sono rimaste due utilizzabili contemporaneamente, oltre ai lavatesta dove ho però dovuto mettere un separatore. Ci vuole molto tempo in più rispetto a prima per ciascun cliente perché dobbiamo pulire e disinfettare tutto secondo le norme. Facendo i conti, abbiamo perso un cliente ciascuno al giorno, quindi tre. Alla fine ho calcolato che per ogni cliente donna ho circa cinque euro in più di costi, per l’uomo uno, e non è poco. Ho perciò dovuto aumentare di un euro il costo di listino per la piega, un aumento irrisorio, rispetto al costo in più per ogni cliente. La clientela di prima è rimasta quasi tutta affezionata. A mancare sono i clienti di passaggio, soprattutto i turisti che nel periodo da marzo a settembre a Verbania e in zona erano sempre tanti”.
“Se prima – afferma Antonella Croce, titolare del centro ‘Mudra beauty & SPA’ di Vercelli, dove lavorano tre estetiste e due addette alla reception – il costo del lavoro era di un euro al minuto, ora è diventato un euro e cinquanta. L’aumento è dovuto in parte ai costi per l’acquisto dei materiali e delle attrezzature specifiche utilizzate per pulire, ma soprattutto dai tempi che si dedicano in più a ciascun cliente, viste tutte le procedure da seguire per l’ingresso, l’uscita, la sanificazione delle postazioni dopo ogni prestazione. Ora abbiamo due clienti in meno al giorno per ciascuna addetta, in totale ne abbiamo quindi persi sei. E questo solo per la parte del centro estetico. Le direttive per la SPA sono molto stringenti. Potrei riaprire quella parte di attività, ma in pratica non è utilizzata. È un costo che rimane senza entrate. Abbiamo redatto il nostro protocollo sicurezza con l’aiuto di CNA e del medico del lavoro, supporti indispensabili, e imparato a memoria tutte le regole, e anche di più, per rassicurare i clienti più timorosi, anche se per fortuna sono pochi. Non abbiamo aumentato l’orario di lavoro. Di certo è diventato più complicato lavorare, per fortuna i clienti capiscono la situazione e nessuno si lamenta. Anzi, in alcuni casi ci ringraziano per il nostro rispetto rigoroso delle norme e per l’attenzione che riserviamo loro per garantire la sicurezza di tutti”.
L’impegno della CNA per la categoria
“A fronte dei sacrifici sopportati fin dall’inizio dell’emergenza con le chiusure – afferma Alessandro Valli, responsabile Unione Benessere e Sanità CNA Piemonte Nord - le imprese del settore hanno messo al primo posto il rapporto di fiducia con i clienti, mostrando così un atteggiamento responsabile e rispettoso delle esigenze della clientela, mantenendo pressoché inalterati prezzi e facendosi in massima parte carico dell’incremento di costi e della riduzione della produttività. Fin da subito hanno soprattutto garantito la sicurezza, applicando tutte le norme e i protocolli. La CNA è sempre stata al loro fianco e continuerà ad esserlo”. Leggi QUI il post completo