Coronavirus: aggiornamenti (15/5/2020 - ore 18.00) da Regione Piemonte
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 11.149 (+553 rispetto a ieri).
👤 Redazione ⌚ 15 Maggio 2020 - 19:46 Commentaa-
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1028 (+53) in provincia di Alessandria, 450 (+17) in provincia di Asti, 508 (+11) in provincia di Biella, 1132 (+34) in provincia di Cuneo, 1018 (+78) in provincia di Novara, 5851 (+310) in provincia di Torino, 508 (+37) in provincia di Vercelli, 555 (+9) nel Verbano-Cusio-Ossola, 99 (+4) provenienti da altre regioni.
Altri 3527 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3557
Sono 27 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
A seguito della necessità di un puntuale allineamento dei dati con il Ministero, è stato richiesto alle Asl l’inserimento dei dati che erroneamente le stesse Asl non avevano ancora registrato in piattaforma: sono cosi risultati ulteriori 37 decessi risalenti al mese di aprile.
Il totale è ora di 3557 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 614 Alessandria, 212 Asti, 171 Biella, 324 Cuneo, 302 Novara, 1.581 Torino, 196 Vercelli, 122 Verbano-Cusio-Ossola, 35 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Sono 29.346 (+137 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3779 in provincia di Alessandria, 1723 in provincia di Asti, 1022 in provincia di Biella, 2679 in provincia di Cuneo, 2565 in provincia di Novara, 14.896 in provincia di Torino, 1235 in provincia di Vercelli, 1093 nel Verbano-Cusio-Ossola, 251 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 103 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 108 (-8 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 1593 (-182 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 9412.
I tamponi diagnostici finora processati sono 239.507, di cui 132.346 risultati negativi.
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CORONAVIRUS: PRESENTATI I DATI IRES AL GRUPPO DI MONITORAGGIO FASE 2
IL VICEPRESIDENTE CAROSSO: “IL PIEMONTE RIPARTE”
La sospensione delle attività conseguenti il DPCM 22 marzo ha fermato circa metà delle imprese del Piemonte (44%) e dei rispettivi addetti (53%). Al 14 maggio risultavano ferme il 19% delle imprese e il 14% degli addetti. La distribuzione per provincia è omogenea rispetto alla popolazione (leggermente più penalizzata Biella e meno Asti). Considerando l’intero periodo di emergenza, dal 22 marzo fino al 14 maggio, e senza considerare le attività che hanno beneficiato della deroga, il totale delle giornate perse ammonta a quasi 20 milioni, di cui circa la metà in provincia di Torino.
La distribuzione per settore vede la perdita di giornate concentrata nel terziario e nell’industria manifatturiera, che da soli totalizzano i ¾ delle perdite.
È quanto emerge dal primo rapporto dell’”Osservatorio Ripartenza” dell’Ires, illustrato questa mattina al “Gruppo di Monitoraggio Fase 2” coordinato dal vicepresidente Fabio Carosso, cui partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo e un rappresentante dell’Unità di crisi, che ha il compito di monitorare l’andamento della situazione socio-economica del territorio in relazione alle misure assunte per l’epidemia e il loro graduale allentamento.
I mancati ricavi – si legge ancora nel rapporto Ires - sempre calcolati sulla stima massima di fermo lavorativo, hanno colpito soprattutto il terziario (fra cui: commercio, alberghi, ristorazione, attività editoriali): -43%. Seguono i servizi privati finanziari (fra cui: agenzie di viaggio e immobiliari): - 33%. Forte perdita anche per le costruzioni. Infine, l’industria manifatturiera e i servizi alla persona (fra cui: istruzione, assistenza sanitaria, biblioteche, attività sportive). La geografia regionale dei mancati ricavi segue la concentrazione territoriale delle società e la distribuzione per province è sostanzialmente proporzionale alla popolazione residente. La provincia più penalizzata è Biella, con 5 giornate di lavoro perse per abitante e la meno penalizzata Asti, con 3,9.
Le iscrizioni di nuove attività presso le Camere di Commercio a marzo 2020 sono state soltanto 1.875, mentre nello stesso mese del 2019 erano state 2.814. Ad aprile la forbice si è ampliato ulteriormente: solo 919 contro le 2.384 nello stesso mese del 2019. I settori che più hanno contribuito al rallentamento delle iscrizioni sono state il commercio ed il comparto delle costruzioni.
Per quanto riguarda il prestito alle imprese, il Piemonte, rispetto alle altre regioni d’Italia, vi ha fatto ricorso in maniera pressoché proporzionale alla propria popolazione: è 4a in graduatoria per numero di operazioni (7.555). Metà del finanziamento totale è assorbito da operazioni inferiori a 25.000€.
Per quanto concerne, invece, la mobilità, le norme previste dai diversi DPCM succedutisi dall’8 marzo in poi hanno determinato una contrazione, conseguente alla chiusura di molti stabilimenti produttivi, al ricorso allo smart working per gli uffici amministrativi ed enti pubblici, nonché alle limitazioni di movimento dei cittadini. La quota di personale della pubblica amministrazione in smart workinga fine aprile era pari al 77,3% del totale.
Gli spostamenti dei cittadini piemontesi verso i parchi e le aree verdi, già diminuiti durante i primi quindici giorni di lockdown, hanno subito un’ulteriore flessione, in seguito alle misure previste dall’ordinanza del Ministro della Salute del 20 marzo. Già nell’ultima settimana di aprile, prima dell’allentamento delle restrizioni, si è assistito a una ripresa degli spostamenti verso aree verdi, che, nei giorni, successivi al 4 maggio, sono tornati quasi ai livelli medi del periodo precedente. Gli spostamenti sono avvenuti in prevalenza utilizzando il mezzo di trasporto privato, sia per la riduzione delle corse di trasporto pubblico locale, sia per il timore di contagio dei cittadini nell’usufruire dei mezzi di trasporto collettivi. I dati indicano che la mobilità privata ha raggiunto nella fase di lockdown una media che supera il -75% rispetto al periodo pre-crisi, più accentuata nel week end. Dal 4 maggio in poi la mobilità con mezzo privato riprende, ma è sempre ridotta del 50% rispetto al pre-crisi.
“I dati presentati da IRES – commenta il vicepresidenteFabio Carosso - ci mostrano quanto abbia sofferto il nostro territorio a causa dell’epidemia. Ma evidenziano anche come il Piemonte abbia la forza e l’energia per tornare a respirare, visto che la produzione economica risulta ripresa già all’86%, con 1.183.167 addetti al lavoro, su un totale, prima della crisi, di 1.370.759. Anche la mobilità dei piemontesi è pari al 40,8%. Un dato che misura la ripresa del lavoro e della vita sociale. E non è detto che si debba tornare al 100%, visto che il ricorso massiccio in questi mesi al lavoro agile ha ridotto gli spostamenti e se, all’inizio, è questa stata una scelta forzata, ora può essere vista come una risorsa”.
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CORONAVIRUS PIEMONTE, APPROVATI DALLA GIUNTA REGIONALE GLI INDIRIZZI PER LA GESTIONE DELLA FASE 2 DELL’EMERGENZA SANITARIA, L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «NECESSARIO IL CONTRIBUTO DI TUTTI»
Su proposta dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, sono stati recepiti stamattina dalla Giunta regionale gli atti di indirizzo per la gestione della Fase 2 dell’emergenza sanitaria e l’accordo integrativo con i medici di medicina generale che estende in modo capillare la rete di sentinelle del contagio sul territorio.
Si tratta delle indicazioni strategiche e operative che raccolgono e sviluppano i suggerimenti pervenuti dai Gruppi di consulenza sulla riorganizzazione della Medicina territoriale e della rete ospedaliera, oltre che sul tracciamento attivo e sulla sorveglianza epidemiologica del covid19.
«L’esperienza emergenziale di questi mesi – osserva l’assessore Icardi – ha messo in evidenza le criticità del sistema sanitario regionale, ma anche le sue straordinarie professionalità e capacità operative. Stiamo lavorando su tutti i fronti per migliorare le potenzialità della Sanità regionale, fermo restando che la battaglia contro il covid19 non si vince se non con la collaborazione di tutti. La prima urgenza è contenere il contagio, e qui è necessario che ognuno faccia la propria parte, attenendosi scrupolosamente alle norme di sicurezza e prevenzione».
In particolare, nel documento sono indicate nel dettaglio le misure rivolte sia alla graduale ripresa delle attività sanitarie (chirurgiche, ambulatoriali, pronto soccorso, specialistiche, assistenza territoriale e sospensione delle misure di isolamento), sia al tracciamento attivo dei contatti e al contenimento covid-19, attraverso il percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale e la sorveglianza epidemiologica. Leggi QUI il post completo