Lettere al Presidente del Consiglio dei Ministri
Segnaliamo la lettera di tutti i Sindaci della zona del Verbano, e quella del Presidente della Provincia del VCO, inviate al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al Governatore della regione Piemonte Alberto Cirio, in merito al tema dei Frontalieri
👤 Redazione ⌚ 16 Marzo 2020 - 16:06 1 commentoa-
+
Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri
Avv. Giuseppe Conte
E p.c. al Governatore della regione Piemonte
Dott. Alberto Cirio
Ai Sigg.ri Sindaci dei Comuni interessati
Signor Presidente del Consiglio,
noi Sindaci delle zone di Confine della Provincia del Verbano Cusio Ossola, vogliamo segnalare lo stato in cui si trovano a dover lavorare in questi giorni tantissimi nostri concittadini frontalieri, che ci stanno contattando preoccupati per la loro salute alla luce delle misure attuate dal Canton Ticino, ma in special modo per quelle non prese, e questo ci costringe a scrivere questa missiva analoga a quella di altri Sindaci Lombardi.
Il disagio creato dalla diversità di provvedimenti attuati per il contenimento del Covid19 da parte delle autorità elvetiche rispetto a quelle italiane sta esasperando i frontalieri. Parecchi datori di lavoro ticinesi hanno imposto ai frontalieri di trasferirsi al di là del Confine per alcuni giorni al fine di assicurare la continuità produttiva nelle aziende, senza alcun rispetto della condizione personale dei lavoratori.
Abbiano notizie di stanze d’albergo prenotate per far dormire colleghi tra di loro, nonché di dormitori improvvisati sul posto di lavoro, non curandosi quindi della regola che faticosamente in Italia stiamo facendo rispettare di non promiscuità nei rapporti sociali al di fuori dei propri familiari.
Molti valichi doganali minori inoltre sono chiusi da giorni con il risultato di creare code lunghe chilometri nei valichi principali, per noi a Cannobio, costringendo i nostri cittadini ad affrontare ore fermi in automobile alla frontiera, con il pretesto di eseguire maggiori controlli di sicurezza su chi accede in Svizzera. Segnaliamo però che le forze di polizia svizzera non eseguono alcun controllo sanitario, bensì chiedono semplicemente i documenti senza l’utilizzo di mascherine o di altri dispositivi di protezione individuale.
L’incidenza di contagi attuale segnalata dalle autorità elvetiche continua a salire, e nonostante ciò i provvedimenti igienico sanitari intrapresi dalle autorità oltreconfine sono nella misura di semplici raccomandazioni che ben conosciamo sul tenere la distanza e nell’igiene personale; solo da lunedì 16 marzo saranno chiuse le scuole, soltanto cinema teatri e palestre sono stati chiusi, mentre nessun provvedimento significativo è stato deciso per le attività commerciali, ristorative o produttive fatta eccezione per il rispetto della distanza di un metro tra le persone; inoltre solo le manifestazioni con grande afflusso di pubblico sono state vietate.
Scriviamo questa lettera per far risuonare la voce dei nostri concittadini che, con più che comprensibile preoccupazione, ci domandano come si possa fermare l’epidemia se i sacrifici che stiamo compiendo in Italia rischiano di essere vanificati per via della diversità di restrizioni applicate oltreconfine. Qualsiasi sforzo compiuto dai nostri Comuni e dai nostri concittadini rischia di essere inutile se queste migliaia di frontalieri del VCO non verranno tutelati nei loro diritti dallo Stato Italiano e dalla Confederazione Elvetica.
Riteniamo indispensabile che le autorità italiane e svizzere decidano azioni coordinate per fronteggiare l’emergenza nonché per tutelare la salute dei frontalieri e delle loro famiglie che in questo momento stanno vivendo enormi disagi lavorativi e familiari, scongiurando qualsiasi caso di contagio di ritorno da oltreconfine.
Chiediamo anche al Governatore del Piemonte informato della situazione che abbiamo descritto, di farsi promotore di questa nostra richiesta presso il Governo.
Certi di un Vs interessamento, auguriamo buon lavoro in questo momento difficile per la Nazione.
I Sindaci del Verbano
_________________________________________________
Il Presidente
Verbania, 14 marzo 2020
Ill.mo Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
Avv. Giuseppe Conte
e, p.c. al Governatore della Regione Piemonte
On. Alberto Cirio
Ai Sigg. Sindaci del Verbano Cusio Ossola
Signor Presidente del Consiglio,
come Presidente di una Provincia di confine, sto vivendo con apprensione, insieme a molti concittadini, questa emergenza epidemica che sta cambiando il nostro modo di vivere e lavorare.
Le difficoltà cui si trovano a dover lavorare in questi giorni tantissimi lavoratori frontalieri che, preoccupati per la loro salute alla luce delle pochissime misure attuate dal Canton Ticino stanno contattando Sindaci e Istituzioni, mi costringono a scrivere questa missiva.
La diversità di provvedimenti attuati per il contenimento del Covid-19 da parte delle autorità elvetiche rispetto a quelle italiane, oltre a esasperare i frontalieri, rischia di divenire in un prossimo futuro la prima causa di un contagio di ritorno.
Parecchi datori di lavoro ticinesi hanno imposto ai frontalieri di trasferirsi al di là del Confine per un po’ di giorni al fine di assicurare la continuità produttiva nelle aziende, senza alcun rispetto della condizione personale dei lavoratori.
Vi sono notizie di stanze d’albergo prenotate per far dormire colleghi tra di loro, nonché di dormitori improvvisati sul posto di lavoro, non curandosi quindi della regola che faticosamente in Italia stiamo facendo rispettare di non promiscuità nei rapporti sociali al di fuori dei propri familiari.
I valichi doganali inoltre sono chiusi, con il risultato di creare code, che costringono nostri cittadini a rimanere fermi in automobile alla frontiera, con il pretesto della necessità di eseguire maggiori controlli di sicurezza su chi accede in Svizzera. Segnaliamo però che le forze di polizia svizzera non eseguono alcun controllo sanitario, bensì chiedono semplicemente i documenti senza l’utilizzo di mascherine o di altri dispositivi di protezione individuale.
L’incidenza di contagi attuale segnalata dalle autorità elvetiche è peraltro molto maggiore di quella della Provincia del Verbano Cusio Ossola che ha 160.000 abitanti a fronte degli oltre 350.000 del solo Canton Ticino.
Nonostante questi dati, i provvedimenti igienico sanitari intrapresi dalle autorità oltreconfine sono nella misura delle semplici raccomandazioni che ben conosciamo (tenere la distanza e igiene personale); da lunedì 16 marzo saranno chiuse le scuole, mentre ad oggi sono stati chiusi soltanto cinema, teatri e palestre. Inoltre nessun provvedimento significativo è stato deciso per le attività commerciali, ristorative o produttive, fatta eccezione per il rispetto della distanza di un metro tra le persone e sono state vietate le sole manifestazioni con grande afflusso di pubblico.
Scrivo questa lettera per far risuonare la voce dei miei concittadini che, con più che comprensibile preoccupazione, domandano come si possa fermare l’epidemia se i sacrifici che stiamo compiendo in Italia rischiano di essere vanificati per via della diversità di restrizioni applicate oltreconfine.
Qualsiasi sforzo compiuto dai nostri Comuni e dai nostri concittadini rischia di essere inutile se anche i settantamila frontalieri non verranno tutelati nei loro diritti dallo Stato Italiano e dalla Confederazione Elvetica.
Ritengo indispensabile che le autorità italiane e svizzere decidano azioni coordinate per fronteggiare l’emergenza nonché per tutelare la salute dei frontalieri e delle loro famiglie, che in questo momento stanno vivendo enormi disagi lavorativi e familiari, scongiurando qualsiasi caso di contagio di ritorno da oltreconfine.
Chiedo anche al Governatore, on. Alberto Cirio, informato della situazione descritta, di farsi promotore di questa istanza presso il Governo.
Certo di un Suo interessamento, auguro un buon lavoro in questo momento difficile per la Nazione.
Il Presidente
Dott Arturo Lincio
Arturo Lincio Leggi QUI il post completo