Zacchera: "I fraterni consigli"
Riportiamo dal sito di Marco Zacchera l'ultimo numero della Newsletter "Il Punto", argomenti trattati: Le promesse di renzi, ordine pubblico?, Burundi 20 anni dopo, Verbania: Il corvo e i "fraterni consigli".
👤 Redazione ⌚ 23 Aprile 2014 - 10:23 4 commentia-
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VERBANIA: CORVO E DINTORNI
Vorrei ringraziare i tanti lettori de IL PUNTO e le persone semplici che, anche solo incontrandole per strada, questa settimana mi hanno espresso solidarietà e amicizia in merito alle vicende che l’anno scorso mi portarono a decidere di dimettermi da sindaco di Verbania.
Ho però notato anche l’atteggiamento di altre persone che invece sono rimaste silenziose e lontane ed alludo ad alcuni componenti della mia ex maggioranza.
Spiace notare che i preconcetti o le ricostruzioni di parte interessino a loro evidentemente di più della verità, anche perché forse è scomoda da accettare soprattutto per alcuni che hanno scelto di appoggiare nelle imminenti elezioni quel Marco Parachini che ritiene come le minacce da me ricevute fossero solo dei “fraterni consigli” tanto che si è autonominato capo della sua “Congiura degli onesti”.
Mi auguro solo che la Giustizia faccia presto il suo corso, credo di avere almeno questo diritto e poi (anche se non mi illudo) forse alla fine qualcuno verrà pur a chiedermi scusa.
LE PROMESSE DI RENZI
Renzi parla bene, benissimo. Coltiva prima di tutto la sua immagine, piace alla gente, preannuncia soluzioni condivise che entusiasmano e molti pensano “finalmente!”.
Ad essere obiettivi va anche detto che è sorretto da un coro monocorde di elogi di stampa e TV dove appare ovunque, altro che “par condicio”. Provate ad immaginare una presenza così massiccia del Berlusconi dei tempi d’oro: sarebbero state polemiche e proteste, ma per Renzi tutto è dovuto, i media si inchinano negli applausi.
Oddio… non proprio tutto è ok se consideriamo che all’ “effetto annuncio” e all’ “operazione immagine” non segue spesso la realtà.
Qualche esempio? La vendita “on line” delle auto blu va lentamente e non rende quasi nulla, i “bravo e gli “evviva”che secondo la nostra stampa hanno accompagnato le applaudite visite di Renzi in Germania, Francia, Gran Bretagna ed a Bruxelles avrebbero dovuto “rendere” qualcosa e invece - a parte qualche pacca sulle spalle - l’Europa continua a dire “nein” ad allargare la borsa.
La promessa degli 80 euro prelettorali in busta paga era ormai obbligatoria dopo essere stata strombazzata così tanto, ma costa strappi e tagli da altre parti, compresa la spesa sanitaria che è importante soprattutto per gli anziani ed i più deboli.
Intanto il premier abbatte il risparmio - che viene supertassato - e alla fine anche la tanto sbandierata cancellazione delle province si è rilevata una bufala con nessun vantaggio effettivo perla spesa pubblica.
Se Renzi “vende” come risultato le quote rosa imposte negli Enti di stato a grattare la vernice si vede subito che è soprattutto questione di facciata visto che comunque a comandare sono gli amministratori delegati – sapientemente lottizzati dal PD - e non i presidenti, così come contano poco le “capolista rosa”democratiche per le elezioni europee dove si vota comunque con la preferenza.
Renzi è furbo e si guarda bene, per esempio, di applicare le stesse quote rosa nell’ “Italicum”, il nuovo sistema elettorale con il trucco dove saranno invece i (bloccati) minicapilista di collegio ad essere poi i veri futuri eletti in parlamento, tutti di nomina dei leader di partito e alla faccia del parere della gente..
Ma i guai veri per Renzi sono altri: l’economia non cresce, il bilancio non pareggia, la disoccupazione incalza. “Una riforma al mese” aveva annunciato, ma quella del senato è impantanata così come quella elettorale. I giorni corrono e sicuramente l’immagine renziana “renderà” al PD soprattutto per le imminenti elezioni, ma poi?
Peccato che, purtroppo, dall’altra parte il centro-destra sia spappolato e diviso, incapace di trovare nuovi leader credibili e fili conduttori di una politica comune, mentre Grillo insiste con la quotidiana demagogia teso allo spasimo a raccogliere proteste e consensi sapendo che ci guadagna dal derby quotidiano con il premier e con il grande vantaggio di non essere mai verificato alla prova dei fatti..
DISORDINE PUBBLICO
Impazzano sui media la foto e le polemiche per un poliziotto in borghese che a Roma ha preso a calci una manifestante. Fatto senza dubbio da biasimare, ma nessuno sembra porre analoga attenzione all’evidenza che sabato scorso, per l’ennesima volta, centinaia di violenti – come peraltro abbondantemente previsto - abbiano potuto bloccare il centro della capitale, pestare e ferire carabinieri e poliziotti, distruggere tutto il possibile, terrorizzare la gente e i turisti barricati negli alberghi di Via Veneto con il bilancio finale di solo 4 fermati.
Evidentemente, nonostante foto e filmati, i soliti violenti che un paio di volte l’anno si recano in gita di protesta a Roma da tutta Italia possono e potranno continuare a farlo impuniti.
Ben diversa la faccia feroce mostrata dallo stato contro i 24 “Serenissimi” veneti che risultano tuttora in galera, non si è capito alla fine neppure perchè.
Due pesi e due misure tra violenti veri e secessionisti presunti, che non fanno onore né al governo nè al ministro dell’interno Alfano che si congratula sempre con tutti (ormai è una sua litania) ma poi non mi pare risolva i problemi di ordine pubblico.
Circa poi la proposta demenziale di “numerare” i poliziotti perché non la si applica invece al contrario ovvero diffidando i più violenti dal partecipare a nuove manifestazioni, NUMERARANDOLI per poterli riconoscere più facilmente e – ove fossero nuovamente coinvolti in scontri e sprovvisti di “numerazione” - automaticamente arrestarli. Viene fatto per i tifosi di calcio che vengono diffidati ad assistere alle partite, con squalifiche pesanti alle società anche solo per gli slogan razzisti di una minoranza (anzi, adesso anche solo per slogan “territoriali”!) e non si applicano le stesse misure per i violenti di piazza, magari già schedati? Mi sembra davvero un assurdo.
RWANDA E BURUNDI
Nel silenzio di tutti voglio ricordare che proprio 20 anni fa iniziava nel centro dell’Africa quello che è stato forse il più spaventoso massacro etnico da decenni con centinaia di migliaia di morti tra hutu e tutsi in un angolo dimenticato del mondo.
Un genocidio che ancora oggi vede milioni di profughi e che si poteva evitare con un po’ più di attenzione da parte dei media mondiali e dell’ONU, incapace perfino di difendere i suoi uomini disarmati e che furono massacrati in Rwanda. Chi scrive era là in mezzo e non può dimenticare, ma non dovrebbe dimenticarlo tutta l’umanità che troppe volte invece ricade nelle lotte etniche che creano poi solo disastri, morti, odi e distruzioni.
Marco Zacchera Leggi QUI il post completo