M5S critico sulla gestione ex cinema sociale Pallanza
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Movimento Cinque Stelle Verbania, riguardante la riqualificazione dell'ex cinema sociale Pallanza.
👤 Redazione ⌚ 23 Luglio 2018 - 15:03 3 commentia-
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Breve (ma non tanto) storia triste, "ex cinema sociale Pallanza":
2010 Faccio un condominio residenziale in cambio do alla collettività una sala polifunzionale 150 posti e tengo la facciata perché altrimenti il progetto non passa.
2014 Tengo la facciata ma cambio il progetto lasciando la sala polifunzionale.
Inizio 2018 Tolgo la sala polifunzionale ma vi pago qualcosa.
Metà 2018 Tolgo la facciata per motivi di sicurezza, tolgo la sala e vi do dei soldi, faccio tutto turistico ricettivo.
Nel 2010, sull'onda del contrasto al CEM di Zacchera, il PD raccolse 1600 firme a sostegno della sua proposta: “Destinare l’intero volume dell’ex Sociale di Pallanza a teatro/auditorium di 400 posti”.
Dopo un acceso dibattito se ne ottenne, come contropartita alla realizzazione del condominio, per accontentare l'opinione pubblica di sinistra, la realizzazione di una sala pubblica polifunzionale da 150 posti e il mantenimento della facciata dell'architetto Febo Bottini.
Nel luglio 2014 quando, con l'era di Silvia Marchionini, si avvia l'iter per lo strumento urbanistico esecutivo, confermando la sorte dell’ex Cinema Sociale di Pallanza, si mantiene la facciata storica dell’architetto Febo Bottini, mentre il resto sarebbe stato sostituito da una palazzina a quattro piani, parlando di nuova vita per piazza Gramsci. Figurano infatti negozi e ad uso pubblico una sala multifunzionale con 150 posti al pianterreno, una galleria centrale e un porticato verso la piazza. L’edificio prevedeva inoltre tre piani di appartamenti e una cinquantina di box sotterranei a uso privato.
Arriviamo ad oggi dove i proponenti "propongono " una nuova convenzione, tolgono “il contentino dato alla città”, ovvero chiedono di monetizzare la sala “ad uso pubblico” di 500 mq e la possibilità di rimuovere il “mantenimento della facciata dell'edificio Cinema Sociale lungo via Castelli” considerata la pericolosità e difficoltà tecnica per il mantenimento della stessa durante le operazioni di demolizione, scavi, ricostruzione dell'intero fabbricato. Si scopre solo ora che la facciata crea difficoltà tecniche?
Ora, appare evidente ai più, come il privato abbia ottenuto nel tempo delle agevolazioni in cambio di contropartite per la collettività. Agevolazioni che rimangono e contropartite che pian piano vengono aggirate fino a sparire, ottenendo così solo vantaggi per il privato e una presa in giro per la città.
Ancora una volta questo cattivo modo di gestire la pianificazione del territorio, che possiamo definire ironicamente "urbanistica a chiamata", risulta essere un metodo scellerato che non ha come punto di partenza una progettazione o un'idea di città ma rincorre le molteplici richieste dei privati ( e anche del pubblico) di fatto in completa disattesa di una corretta e/o esistente pianificazione. Anche alcune delle norme scellerate in materia vengono incontro a questo modo di fare urbanistica che spesso poi, con "particolari" interpretazioni, permettono la "svendita" del nostro patrimonio culturale e paesaggistico in cambio di irrisori compensi alla collettività, compensi spesso utilizzati male e/o inutilmente. C'è da chiedersi se è il caso di barattare le nostre bellezze con pochi soldi, spesso spesi male e assolutamente inutili a compensare la collettività per uno solo sicuro scopo: quello di permettere a soli pochi di compiere speculazioni.
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