Società Filosofica Italiana: La caduta nel tempo
La società filosofica Italiana sez VCO propone mercoledì 11 aprile alle ore 20.00, presso la Biblioteca Civica “P. Ceretti” di Verbania per il ciclo Letture filosofiche – “Lo spazio bianco” propone Emil M. Cioran - La caduta nel tempo.
👤 Redazione ⌚ 10 Aprile 2018 - 13:01 Commentaa-
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«Non siamo realmente noi se non quando, mettendoci di fronte a noi stessi, non coincidiamo con niente, nemmeno con la nostra singolarità» leggiamo già alle prime righe di questo libro. E subito ci coglie quel senso di lieve ebbrezza e di vertigine che accompagna ogni lettura di Cioran. Subito sappiamo di trovarci di fronte a qualcuno che non si identifica né con l’uomo, né con la specie, né con una causa qualsivoglia – e neppure con se stesso. Come se una felice e insanabile divaricazione separasse il soggetto che parla da ogni credulità, ma al tempo stesso gli concedesse il respiro di chi sa riconoscere – e anche abbandonare – tutti i fantasmi e tutti gli dèi. Pubblicato nel 1964, La caduta nel tempo è uno dei libri di Cioran che mostrano con maggiore evidenza come il suo pensiero fosse proiettato in avanti, verso temi che appaiono oggi ancora più urgenti. Si parla dell’albero della vita, della civiltà, dello scetticismo, della barbarie, della gloria, della malattia, come in una sequenza di meditazioni segretamente collegate. Il percorso è sempre obliquo, ed evita così la pedanteria e la pesantezza di un approccio frontale a temi inesauribili ed elusivi. Primo fra tutti il tempo, e quella «caduta nel tempo» che costituisce la Storia – mentre già si profila, allarmante ed enigmatica, un’altra caduta: dal tempo, e dunque dalla Storia.
Emil M. Cioran (Rasinari, 8 aprile 1911 – Parigi, 20 giugno 1995) è stato un filosofo, saggista e aforista rumeno, tra i più influenti del XX secolo. Nato in Romania, dal 1933 al 1935 visse a Berlino, e dalla seconda guerra mondiale in avanti risiedette in Francia con lo status di apolide; scrisse i primi libri in lingua romena, ma dalla fine del conflitto scrisse sempre in francese. Vicino al pensiero esistenzialista, si distacca comunque dal movimento esistenzialista francese per la sua distanza ideologica dai principali esponenti quali Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Albert Camus, rifiutando l'impegno politico attivo sul fronte progressista e condividendo la filosofia dell'assurdo del suo amico Eugène Ionesco, benché venata dal suo pessimismo radicale. Il pensiero di Cioran è infatti influenzato da Nietzsche, Schopenhauer, Heidegger (rispetto al tecnicismo di quest'ultimo maturerà peraltro un'estrema reazione) e successivamente anche da Leopardi (benché, per sua stessa ammissione, mai profondamente conosciuto, ma avvertito quale «fratello d'elezione»), dai quali trae il suo nichilismo e il suo pessimismo. I suoi aforismi, anche per esperienze personali, sono infatti pervasi da una profonda amarezza e misantropia, che però vengono temperate dalla sua acuta ironia e dalla sua capacità di scrittura.
In Italia le sue opere sono in corso di pubblicazione presso Adelphi; il titolo più recente è Antologia del ritratto (2017).
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