M5S sui Profughi in Ossola

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Movimento Cinque Stelle gruppo Ossola, a commento dei fatti riguardante la vicenda dei profughi a Domodossola di questi giorni.

  
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Domodossola accoglie quaranta profughi tutti provenienti da Paesi in guerra e subito in città c’è chi grida allo scandalo, allo spreco di denaro pubblico, all’ingiustizia e via con tutto il repertorio dei più bassi luoghi comuni… insomma si cavalca l’onda emotiva, che inevitabilmente un evento del genere suscita nella collettività, e la si strumentalizza a fini politici.

Per farlo, non esitano a mistificare la realtà, viziandone il racconto con storture, imprecisioni, sospetti e mischiando le carte! Paventano nell’opinione pubblica il pericolo di un’ondata di immigrazione clandestina, improvvisa, inaudita, inaccettabile nella calma piatta della Valle d’Ossola… quando invece siamo di fronte ad un’operazione di AIUTO UMANITARIO, che rientra nei programmi di tutela dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), programmi a cui, vogliamo ricordare, siamo vincolati da precisi trattati internazionali se non bastassero gli obblighi morali ad imporcelo!

Il M5S Ossola non ci sta, non si presta a questi meschini giochi da campagna elettorale e prende le distanze dalla vergognosa manifestazione di domenica 23 marzo organizzata da Lega e Fratelli d’Italia buoni ormai solo a solleticare le solite pance e a scaldare gli animi (oltre a diverse costose poltrone).

Un confronto sul tema è sicuramente necessario e urgente, ma non può prescindere dallo studio serio, approfondito e meticoloso del fenomeno, tenendosi ben lontani da ogni forma di becera ideologia.

Davvero qualcuno vuole che la buttiamo sul piano del costo economico? Qualche numero lo sappiamo dare anche noi: i centri di prima accoglienza in Italia fruttano milioni di euro al giorno, gestiti da Lega Coop, Compagnia delle Opere, cooperative e piccole società nate come funghi per la ghiotta occasione, ma anche colossi industriali del Nord e multinazionali. Vicini a chi?

Trenta euro al giorno per ogni rifugiato, in strutture che ospitano il doppio, talvolta il triplo delle presenze per cui sono state concepite e dove queste persone vivono in condizioni spesso più vicine alla prigionia che all’asilo politico, di fatto sfruttate come carne da macello. Chi sta speculando sulla pelle di questa povera gente?
Siamo sicuri di chi sia il nemico?

Certe battaglie vanno combattute a monte, nei luoghi adatti e con gli strumenti opportuni, in tema di politica estera, politica economica: come Nazione, quando decidiamo se partecipare o meno a cosiddette “missioni di pace” oppure sfruttiamo le risorse di certi Paesi senza riconoscere il giusto controvalore, come cittadini quando acquistiamo merci prodotte utilizzando manodopera schiavizzata.

Altrimenti, il concetto di “aiutare questi poveracci nel loro Paese” suona più solo come un vecchio slogan che ha francamente raggiunto la soglia massima di ipocrisia tollerabile.

Invece di prendersela con quaranta rifugiati e con chi si è messo a disposizione per dare loro assistenza, ci permettiamo di invitare i cittadini di Domodossola ad una profonda riflessione sulla propria condizione di privilegiati, perché a qualsiasi condizione economica o sociale apparteniamo, noi non abbiamo conosciuto l’orrore della guerra e l’essere nati qui, invece che in Eritrea o in Somalia, non è un merito, ma una pura casualità.
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