Incentivare i medici di montagna
Infermieri di comunità, Case della salute, servizi dell'Agenda digitale, trasporti "a chiamata" verso studi medici e centri polifunzionali. Ma anche una nuova definizione delle "aree disagiate", una revisione degli ambiti dove segliere il medico e nuovi servizi digitalizzati.
👤 Redazione ⌚ 22 Febbraio 2018 - 11:27 Commentaa-
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Sono questi i temi toccati martedì 20 febbraio in un incontro che il Presidente Uncem Piemonte Lido Riba, con alcuni Sindaci delle aree montane piemontesi, ha avuto con l'Assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta. "Siamo soddisfatti per l'impegno preso da Saitta e dal suo staff - spiega Riba - per rivedere il sistema di incentivazione e scelta dei medici, lavorando in particolare sul nuovo Accordo nazionale e su quello regionale, di prossima uscita. Dobbiamo fare dei passi avanti, per evitare che intere zone montane siano scoperte, come già avviene per la Val Maira e per l'Alta Val Tanaro, sia per i medici di base, sia per i pediatri".
Le "Case della salute" recentemente istituite sui territori possono dare alcune risposte organizzative al problema, ma permettono comunque di verificare l’organizzazione della presenza dei medici sui Comuni montani, unendo questo tema ad esempio a quello della riorganizzazione dei trasporti e più in generale dei servizi nelle aree interne. Anche gli "infermieri di comunità" - figura nata in Val Maira grazie al progetto europeo Consenso e sperimentati in altre aree d'Italia grazie alla Strategia nazionale Aree interne - sono nuovità importanti che possono seguire i pazienti cronici, unendo la sfera sanitaria a quella socio-assistenziale. Riferimenti veri, per la comunità locale.
"Grazie alle moderne tecnologie, all'innovazione e all’Agenda digitale regionale (da cui sta nascendo il Fascicolo sanitario elettronico), unite alla collaborazione con Associazioni locali e Comuni stessi, si possono mettere in campo azioni sperimentali per favorire l’accesso all’assistenza medica delle fasce deboli della popolazione, terza età in particolare", spiega Marco Bussone, vicepresidente Uncem. Modelli di "prenotazione" delle visite ambulatoriali (in particolare per adulti, famiglie, persone che lavorano), con app e smartphone, si possono collegare alle reti di trasporto "a chiamata" (l'Uber o il BlaBlaCar della montagna, in fase di studio e attuazione in diverse vallate), favorendo così l’accesso e il mantenimento dei servizi. Leggi QUI il post completo