Spazio Bimbi: Balbuzie infantile: Come intervenire?

La balbuzie infantile è un fenomeno piuttosto frequente e normale perciò entro certi limiti non deve allarmare. Quando invece può celare un problema più serio occorre rivolgersi a degli specialisti

  
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La balbuzie, o disturbo della fluenza verbale, è un disturbo del linguaggio caratterizzato da alterazioni del ritmo della parola, dette disfluenze, in cui il linguaggio diventa meno fluente e difficoltoso a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti involontari di un suono. Ne soffre circa il 3% dei bambini in età prescolare, con una prevalenza del sesso maschile su quello femminile di circa 3 a 1. L’età media di comparsa della balbuzie infantile è attorno ai 33 mesi. La ricerca scientifica ha ormai acquisito evidenze significative a favore di una predisposizione alla balbuzie che nei primi anni di vita incontra altri fattori più o meno determinanti: linguistici, ambientali e psicologici. Ciascuno di questi fattori potrebbe andare ad influenzare i processi di controllo motorio del sistema pneumo-fono-articolatorio.

Non bisogna allarmarsi se all’inizio dell’acquisizione del linguaggio il piccolo spezzetta, ripete o prolunga le sillabe che formano le parole: secondo gli esperti si tratta, infatti, di disfluenze più o meno tipiche. La disfluenza fisiologica è principalmente caratterizzata da esitazioni, riformulazioni di pensiero e false partenze; a volte il bambino perde anche il filo del discorso o abbandona la frase che sta pronunciando per iniziarne una nuova. In questi casi, in genere, i bambini non si accorgono di balbettare o esitare, e non la vivono come una difficoltà. Nel 75% dei casi si tratta di forme fisiologiche e transitorie, legate all’immaturità del linguaggio, e queste forme regrediscono in genere da sole, nel giro di qualche mese o un anno.

Ciò non toglie comunque che si tratti di un fenomeno che va tenuto sotto controllo sin dalle sue prime manifestazioni.
Se la balbuzie infantile compare o persiste oltre i tre anni di età allora necessita di un trattamento specifico: tra le tipiche manifestazioni in questo caso rientrano la ripetizione di parole o di loro parti, blocchi durante la produzione di linguaggio, allungamenti di suoni o di sillabe iniziali o intermedie delle parole pronunciate, oltre che reazioni secondarie negative come rabbia, vergogna e paura di sbagliare.

La balbuzie implica una serie di reazioni cognitive, emotive e comportamentali sia da parte di colui che balbetta che dell’interlocutore, e ha un forte impatto sulle relazioni interpersonali, sul percorso scolastico e accademico, sul benessere psicologico e sulla qualità di vita. In alcuni bambini possono essere presenti imbarazzo, preoccupazione e frustrazione, e spesso la balbuzie si associa a bassa autostima, a una tendenza all’isolamento e a sviluppare disturbi d’ansia. Molti studi collegano alle balbuzie l’ansia sociale (Iverach, Menzies, Jones e colleghi, 2011). Occorre vigilare, a scuola e in ogni altra situazione, sull’eventualità che alcuni compagni prendano in giro il bambino. Prevenire possibili molestie e umiliazioni aiuterà il bambino ad esprimersi più liberamente, evitandogli inoltre pesanti frustrazioni.

I genitori è importante che evitino di interrompere il piccolo mentre parla, non sgridarlo e non mostrarsi divertiti quando balbetta, non metterlo in imbarazzo davanti agli estranei. Ovviamente l’atteggiamento comprensivo e incoraggiante dei genitori in questi casi dovrebbe essere supportato dall’intervento di uno specialista.


Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola-Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it Leggi QUI il post completo