Provincia: chiede interventi correttivi alla legge Derio

Consiglio Provinciale: voto unanime per l’ordine del giorno che rileva le criticità del disegno di legge Delrio e con il quale si chiede al Governo di porvi rimedio

  
a-
+
A chiusura del consiglio provinciale aperto di ieri pomeriggio, nel corso del quale il segretario generale dell’Unione delle Province Piemontesi ha presentato un’analisi tecnica del disegno di legge ‘Delrio’ (disposizioni sulle città metropolitane, province, unione e fusioni di comuni), i consiglieri provinciali hanno votato all’unanimità il seguente ordine del giorno da trasmettere, affinché si intervenga nel porre rimedio alle criticità riscontrate nel provvedimento al vaglio del Senato, al Presidente del Consiglio, allo stesso Ministro Delrio, all’On. Borghi (parlamentare del territorio), al Presidente della Regione e dell’UPI.

Il consiglio ha dunque all’unanimità assunto le seguenti posizioni:

1. la contrarietà al fatto che le Province perdano la possibilità di essere costituite da rappresentati eletti direttamente dai cittadini in quanto ciò significa aumentare il numero dei nominati a tutto svantaggio della rappresentatività democratica che invece deve caratterizzare, con elezione a suffragio universale, le Istituzioni del Paese trattandosi di una interpretazione costituzionalmente orientata del concetto di rappresentatività degli Enti territoriali previsti in Costituzione;

2. che l’articolo 1 comma 3 del DDL, nella parte in cui prevede che “alle province con territorio interamente montano e confinanti con Paesi stranieri sono riconosciute le specificità di cui agli articoli 11, 12 e 17”, sia meglio definito ivi utilizzando il termine “prevalentemente” in luogo di “interamente”, così che vi rientri senza argomentazioni interpretative il territorio della Provincia del Verbano Cusio Ossola, unica Provincia del Piemonte ad essere riconosciuta – ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto regionale – specificamente montana con conseguente attuazione della previsione statutaria;

3. che la questione della specificità di cui agli articoli 11, 12 e 17 (c.d. Province montane confinanti con territori esteri) che si rinviene nel testo del DDL Delrio debba essere meglio definita e declinata così che vengano delineate le ricadute positive per i territori interessati in termini di competenze, funzioni e, soprattutto, in termini di risorse economiche atte a garantire il funzionamento dei servizi e delle funzioni così conferite;

4. che, conseguentemente e senza incidere sulle risorse già trasferite ai Comuni, dovranno essere riconosciuti direttamente alle Province rientranti nella disciplina di cui al precedente punto i proventi derivanti dai canoni idrici, oggi riconosciuti alle Regioni (che, come nel caso della Regione Piemonte, ne trasferisce discrezionalmente una quota - definita anch’essa discrezionalmente di anno in anno - alle Province);

5. che le proprietà delle strutture che alla fine della durata della concessione delle grandi derivazioni idriche oggi passano ipso iure al demanio, siano invece trasferite al demanio provinciale;

6. che rimangano in capo alle Province le competenze di pianificazione e programmazione territoriale svolte in condivisione con i Comuni e le Unioni di Comuni con l’invito che queste ultime rispettino requisiti di omogeneità che dovranno essere meglio definiti dai provvedimenti dello Stato e delle Regioni; nonché la gestione dell’edilizia scolastica, delle scuole superiori di 1° grado comprese, giungendo al superamento degli enti di gestione dei servizi (acque, rifiuti, ecc.) con attribuzione diretta delle competenze alla Provincia.

7. di salvaguardare le capacità e le professionalità delle risorse umane provinciali nel processo di trasformazione delle Province alla luce delle funzioni riconosciute secondo il nuovo assetto e di prevedere per gli enti subentranti nelle funzioni trasferite e conseguenti trasferimenti del personale – ripristinando la formulazione del testo approvato dalla Commissione Affari Costituzionali - che gli effetti derivanti dal trasferimento delle funzioni non rilevino “ai fini del patto di stabilità, della disciplina delle spese del personale, compreso il rapporto tra spese correnti e spese di personale, della disciplina sui limiti alle assunzioni in rapporto al turnover”.

8. di esprimere la massima solidarietà all’operato del Presidente dell’Unione delle Province d’Italia Antonio Saitta, il quale nella sua battaglia volta alla difesa delle Province ha agito e sta agendo con azioni le cui motivazioni sottese sono simili a quelle del presente ordine del giorno;

9. di richiedere al Presidente dell’Unione Province Piemontesi di aprire un confronto con la Regione Piemonte sui trasferimenti delle risorse e sulle competenze/funzioni che resteranno in capo alla Province. Leggi QUI il post completo