M5S su TAR e punto nascite Domo
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Movimento Cinque Stelle Vco, sul respingimento del ricorso Al Tar Piemonte sulla chiusura del punto nascite di Domodossola.
👤 WebMaster ⌚ 21 Gennaio 2014 - 14:03 2 commentia-
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SUL RESPINGIMENTO DEL RICORSO AL TAR CONTRO LA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITE DI DOMODOSSOLA
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso la propria sentenza dando ragione alla Regione e all'Asl, respingendo i ricorrenti FIMP e Unione dei Comuni.
Detto e premesso che le sentenze non si commentano, ma si accettano o si impugnano, risulta evidente ed ovvio che il Tar abbia espresso un giudizio puramente tecnico e amministrativo, sulla base di numeri e protocolli posti in essere nell'ultimo decennio da una politica sempre meno vicina ai cittadini.
La stessa politica, che prima si è assegnata milioni di fondi pubblici, e poi, in assenza di una normativa stringente, si è fatta rimborsare mutande e cene, fiori e foulard firmati.
Il TAR del Piemonte, a dispetto delle argomentazioni presentate a supporto dei ricorsi di Sindaci ossolani e sindacato dei Pediatri, ha pronunciato la sentenza di morte del Punto Nascita di Domodossola.
In un territorio montano disagiato in cui, contrariamente a quanto affermato da Regione Piemonte e ASL, la procedura di Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM), pur se attivato, non ha l'efficacia e l'efficienza auspicabile (e lo dimostra, tristemente, la recente vicenda della partoriente di Piedimulera, giunta al reparto materno-infantile di Alessandria dopo un viaggio di oltre sette ore, con il successivo decesso della piccola gemellina), chiudere il Punto Nascita di Primo Livello equivale a dichiarare l'Ossola territorio ostile a partorienti e feti, area che gode di minori diritti rispetto ad altre, landa abbandonata a se stessa e in balia di una centrale unica del 118 a Novara, che non sa collocarla con precisione su una carta geografica del Piemonte.
L'Ossola appare sempre più la riserva di caccia al voto dei candidati di turno, quelli che vi mettono piede per fare passerella o raccogliere fondi; quel posto dove un galoppino locale li condurrà a mangiare bene e darà una mano con la mungitura degli autoctoni, così bravi e pazienti...per poi, una volta eletti, sparire nelle nebbie torinesi o nella palude romana.
Ma questa storia è, deve essere alla fine: il Movimento 5 Stelle ribadisce la propria contrarietà totale alla gestione della sanità attuata dalla Regione e non contrastata, nei fatti, dalla principale opposizione, a Torino*.
Siamo contrari, anzi ostili, a qualunque genere di taglio dei servizi nella sanità pubblica, specie quando a trarne vantaggio è quella privata convenzionata. Riteniamo si possa e si debba risparmiare negli acquisti centralizzati e tramite i costi standard e non chiudendo reparti, interi ospedali o bloccando il turnover di medici ed infermieri.
L'Ossola ha già dato abbondantemente e merita rispetto, se non un occhio di riguardo. Oltre a noi cittadini, sono gli eletti, i Sindaci e le amministrazioni locali, oggi, a dovere intervenire con la massima durezza e determinazione per evitare che si compia un crimine nei confronti di un intero territorio, abitato da circa settantamila persone.
Pur dovendo attendere le motivazioni della sentenza del TAR, ci pare strano che sia stata accolta la documentazione fornita da Regione e ASL e non quella della parte ricorrente, senza, evidentemente, compiere una analisi delle ragioni concrete per cui il Punto Nascita è stato attaccato, depredato e malridotto dal 2001 in poi, senza calcolare le conseguenze a breve, medio e lungo termine di una chiusura dell'ultimo presidio materno-infantile in Ossola.
A questo va unito lo scellerato disegno che in 24 mesi ha privato questa terra, del servizio delle guardie mediche nelle valli, del 118 portato a Novara, dei 90 posti di Country Hospital regalati al privato Eremo di Miazzina, dei tagli di questi ultimi giorni ai servizi per malati anziani non autosufficienti e, pare, anche delle riduzioni nei servizi di Oncologia. Senza dimenticare il servizio di Emodinamica part time, fantasma e non ancora avviato.
Per questo, ribadendo quanto premesso, riteniamo con forza che la sentenza del TAR debba essere impugnata avanti al Consiglio di Stato, nel quale poniamo la nostra speranza per il mantenimento di un diritto fondamentale: partorire e nascere non "sotto casa", bensì in condizioni accettabili, come chi vive in zone meno disagiate rispetto all'Ossola.
Ci permettiamo, in chiusura, di sottolineare la nostra condivisione in tutte quelle azioni che, nel corso degli anni, amministratori ed eletti hanno più volte minacciato e mai messo in essere. Non sia mai che sia la volta buona che i 38 Sindaci anziché rispondere alle loro segreterie di partito, rispondano alle proprie coscienze e ai propri cittadini. Leggi QUI il post completo