Bonifica sito Enichem 6 mesi per definire le procedure
La Corte dei Conti approva il piano di bonifica del sito ex Enichem di Pieve Vergonte, il Ministero dell’Ambiente trasmette agli enti interessati il provvedimento con il cronoprogramma per il quale si è impegnata Eni-Syndial.
👤 WebMaster ⌚ 16 Gennaio 2014 - 09:42 1 commentoa-
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Si parte con gli incontri tecnici per definire, entro sei mesi, le procedure necessarie all’avvio dei cantieri.
Soddisfazione per il via libera a un intervento di portata storica e con fondamentali benefici ambientali ed economici per tutto il VCO.
Il piano operativo di bonifica dell’ex sito Enichem a Pieve Vergonte incassa anche il parere positivo della Corte dei Conti, al cui giudizio era stato sottoposto dopo aver ottenuto lo scorso ottobre il ‘via libera’ con decreto del Ministero dell’Ambiente.
“Siamo ormai prossimi all’apertura di un cantiere che nell’arco di una decina di anni compirà un intervento di risanamento per un valore di centinaia di milioni di euro. Un intervento senza precedenti su scala europea e che per il nostro territorio significa tangibili e importanti benefici sia sul piano ambientale che su quello economico e occupazionale. In tempi strettissimi ci accorderemo con Syndial per istituire i tavoli tecnici necessari per definire – entro sei mesi così come previsto dal cronoprogramma siglato dalla società di Eni – tutte le procedure richieste per l’avvio di un’opera da tempo attesa dal territorio” rimarca il Presidente della Provincia Massimo Nobili, oggi a Roma alla conferenza dei servizi per l’approvazione delle procedura di verifica della perimetrazione delle aree esterne dello stabilimento da sottoporre, in un secondo tempo, a bonifica.
All’incontro presso il Ministero con l’Amministrazione provinciale (presenti anche i responsabili degli uffici provinciali che hanno svolto un passaggio essenziale nella valutazione tecnica del piano proposto da Syndial) sono intervenuti tra gli altri l’On. Enrico Borghi, i Sindaci dei Comuni della Bassa Ossola interessati dal corso del fiume Toce e le delegazioni sindacali dei chimici.
"Anche l'ultimo ostacolo burocratico oggi è stato aggirato, e finalmente non ci sono più impedimenti di nessuna natura al via dei lavori. A questo punto Syndial può procedere con l’attivazione degli appalti, iniziando con lo spostamento del corso del torrente Marmazza e la realizzazione dei nuovi argini sul Toce per la messa in sicurezza di Vogogna” fa saper l’On. Enrico Borghi, sindaco del comune ossolano e capogruppo PD in Commissione Ambiente alla Camera. “Inizia così – continua Borghi – una nuova fase storica per il nostro territorio, con la messa in campo di 150 milioni di euro di investimenti in un risanamento ambientale che avranno positive ricadute per l'economia locale. E’ stato senza dubbio un lavoro lungo e intenso per le amministrazioni locali e regionali, finalizzato in questi mesi grazie all'azione del governo Letta. Pieve Vergonte e' la prima grande bonifica nazionale a partire: spero che questo determini la nascita di nuova imprenditoria locale specializzata nel settore, al fine di dare una nuova prospettiva economica alla realtà del VCO".
“Abbiamo appreso con grande soddisfazione che il Ministero ha trasmesso il provvedimento a tutti gli enti coinvolti e ciò significa che a questo punto Syndial dovrà attenersi alla tempistica stabilita. Nell’immediatezza come Comune di Pieve Vergonte – dichiara la Vicesindaco Maria Grazia Medali – metteremo a disposizione i nostri tecnici per portare velocemente a compimento tutti gli atti necessari all’acquisizione dei terreni indispensabili per concretizzare un intervento dalla proporzioni ingenti e dal valore elevatissimo, sotto molteplici aspetti, per il futuro del nostro territorio”.
Atteso da oltre 15 anni il piano di bonifica si svilupperà in tre fasi: la deviazione del corso del rio Marmazza che attraversa il sito industriale di Pieve e che per anni ha fatto arrivare al Toce (e da qui al Lago Maggiore) i residui di DDT un tempo prodotto nello stabilimento ossolano; l’ampliamento del trattamento delle acque di falda; la costruzione di impianti di trattamento per le centinaia di migliaia di metri cubi di materiali terrosi che verranno scavati e successivamente ricollocati all’interno del sito industriale.
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