Spazio Bimbi: Cos'è il Mutismo Selettivo
Il Mutismo Selettivo è un disturbo dell’infanzia poco noto, caratterizzato dall’incapacità di parlare in alcuni contesti sociali, nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma. Vediamo di seguito quali sono le caratteristiche di questo disturbo
👤 La Girandola ⌚ 19 Marzo 2017 - 08:00 Commentaa-
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Il Mutismo Selettivo è un disturbo che si caratterizza per l’incapacità di parlare in una o più situazioni sociali, mentre in altre (solitamente a casa, con i propri familiari o conoscenti) il bambino riesce a parlare. Per poter parlare di Mutismo Selettivo è necessario che la durata del disturbo sia maggiore di un mese e che non si tratti solo del primo mese di scuola, nel quale i bambini possono essere riluttanti a parlare. Nel Manuale Diagnostico internazionale (DSM-5) il Mutismo Selettivo è inserito tra i disturbi d’ansia: infatti il bambino vorrebbe comunicare ma non riesce perché una forte ansia glielo impedisce.
L’incidenza del Mutismo Selettivo è di circa un caso ogni mille bambini, con maggior prevalenza nel sesso femminile. L’insorgenza del disturbo si colloca tra i 3 e i 5 anni, età in cui il bambino si distacca dal nucleo familiare.
Una gran percentuale di questi bambini (circa il 90% di essi) presenta in associazione al Mutismo Selettivo un quadro di fobia sociale. Essi appaiono, dunque, come estremamente timidi, timorosi e spaventati dall’eventualità di imbattersi in interazioni sociali nelle quali prevedono di dover parlare e comunicare. Si sentono esposti al giudizio, assumono un comportamento non verbale rigido ed impacciato, uno sguardo assente e inespressivo, tendono ad evitare il contatto oculare e a trovare qualcosa con cui giocherellare e/o a nascondersi se si rendono conto di essere oggetto dell’attenzione di altri. Danno l’impressione di ignorare l’altro anche se in realtà temono il confronto in un ambiente percepito come poco sicuro, in cui hanno il sentore che l’aspettativa riversata nei loro confronti sia troppo elevata rispetto alle risorse che sentono di possedere per farvi fronte. Questi atteggiamenti possono, dunque, compromettere le normali relazioni e interazioni del bambino, conducendolo in uno stato di isolamento.
Risulta fondamentale, qualora il disturbo dovesse persistere ed interferire con le normali attività di vita quotidiana del bambino, consultare un professionista ed intervenire precocemente nella riduzione graduale dell’ansia.
Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola-Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it
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