Il Piemonte, invece, si classifica in zona gialla con un profilo di rischio leggermente inferiore. L'osservatorio Vega riporta 41 casi complessivi, con un indice di incidenza di 22,8 su 1.800.862 occupati.
Come sottolineato dall'osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering, dietro ogni statistica c'è una tragedia umana che coinvolge migliaia di famiglie ogni anno.
Classificazione nazionale del rischio
A fine ottobre 2024, le regioni in zona rossa (con incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale) sono: Valle d'Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Sardegna. In zona arancione: Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. In zona gialla: Lazio, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. In zona bianca: Toscana e Marche.
Lavoratori stranieri: rischio triplo
Nei primi dieci mesi dell'anno, 149 decessi su 657 riguardano lavoratori stranieri, con un rischio di morte quasi tre volte superiore rispetto agli italiani: 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani.
Fasce d'età più a rischio
L'analisi per gruppi anagrafici evidenzia che:
I lavoratori ultrasessantacinquenni hanno l'incidenza più elevata (112,8 per milione)
Segue la fascia 55-64 anni, con un'incidenza di 45,0
Quest'ultima risulta numericamente la più colpita, con 230 infortuni mortali su 657 totali
Settori più pericolosi
Nei primi dieci mesi del 2024, il settore delle costruzioni registra il maggior numero di decessi (128), seguito da:
Attività manifatturiere: 86 decessi
Trasporti e magazzinaggio: 84 decessi
Commercio: 48 decessi
Un quadro complessivo che evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi per la sicurezza sul lavoro.